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Sequestrano un’ispettrice del lavoro

Sequestrano un’ispettrice del lavoro

Verbicaro (Cosenza)

Era iniziata nel migliore dei modi la verifica amministrativa disposta nei riguardi di un’azienda agricola di Verbicaro, piccolo centro dell’entroterra tirrenico cosentino. I titolari dell’impresa a conduzione familiare – padre, madre e i due figli – nella tarda mattinata di mercoledì hanno infatti accolto senza troppi problemi l’ispettrice del lavoro incaricata di svolgere quel controllo. L’atmosfera apparentemente cordiale, alleggerita pure dall’invito a sorseggiare un caffè in casa, è tuttavia cambiata all’improvviso prendendo una piega inquietante. Gli allevatori imparentati tra loro hanno infatti iniziato ad inveire contro l’ispettrice del lavoro, dubitando persino dei motivi che l’avevano portata nella loro azienda agricola. I toni si sono rapidamente surriscaldati, dando il via a una lunga sequela di minacce. 

La professionista, una donna di 51 anni, ha capito che le cose si stavano mettendo davvero male quando la famiglia di allevatori ha chiuso a chiave la stanza in cui avrebbero dovuto bersi tranquillamente un caffè. A quel punto, senza dare nell’occhio, l’ispettrice del lavoro è riuscita ad allertare il 112 grazie al suo telefonino. E subito dopo ha cercato di far ragionare quelle quattro persone che la stavano ricoprendo d’insulti, spiegando loro che era giunto il momento di farla uscire da quella stanza. Per tutta risposta le è stato tolto di mano il cellulare, in modo tale da bloccare ogni eventuale tentativo di contatto con l’esterno. Una mossa scattata però in ritardo, visto che nel giro di qualche minuto sono comparse davanti all’azienda agricola di Verbicaro le “gazzelle” dei carabinieri in forza alla Compagnia di Scalea.

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