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Costretto a bere un pesticida sotto la minaccia di una pistola

Costretto a bere un pesticida sotto la minaccia di una pistola

Un uomo costretto ad avvelenarsi sotto la minaccia di una pistola, un altro scomparso in modo misterioso. Due casi scuotono Spadola, piccolo centro delle Serre Vibonesi. Due casi che potrebbero anche essere legati tra loro anche se gli investigatori non confermano questo particolare.

Il paese s’interrogava ancora sulla scomparsa del commercialista Bruno Lacaria, 52 anni, quando le sirene dell’ambulanza e dei Carabinieri hanno squarciato il pomeriggio. Erano dirette verso l’attività commerciale di Giuseppe Zangari, 46 anni. Secondo quanto ricostruito, l’uomo sarebbe stato costretto a ingerire un potente pesticida sotto la minaccia di una pistola. Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri all’interno della sua attività di vendita di prodotti per l’agricoltura, ubicata in località Calvario sulla ex strada statale 110.

Le sue condizioni sono apparse subito disperate, tanto da rendersi necessario il trasporto all’ospedale di Locri dove il commerciante è stato ricoverato nel reparto Rianimazione. Il 46enne sembrerebbe che sia stato costretto a ingerire una bottiglia di “Rogor L20”, un potente pesticida usato in agricoltura. Sul posto subito i soccorsi del 118 del nosocomio San Bruno e i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno che, al comando del capitano Mattia Ivano Losciale, hanno aperto le indagini.

Gli inquirenti stanno indagando al fine di accertare se ci siano collegamenti tra questo episodio e la misteriosa scomparsa, avvenuta mercoledì scorso nello stesso Comune, del commercialista Bruno Lacaria, residente a Spadola ma con lo studio professionale a Chiaravalle Centrale. Da tre giorni non si hanno più sue notizie. Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, Zangari potrebbe essere la persona con la quale il commercialista è stato visto prima della sua scomparsa. Ma questo collegamento non viene confermato e l’indiscrezione dovrà essere verificata.

Le ricerche del professionista continuano. La zona continua a essere rastrellata a tappeto dai Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal capitano Mattia Ivano Losciale, dagli agenti del commissariato di Polizia, che agiscono agli ordini del dirigente Valerio La Pietra, dagli amici, dai parenti e anche dai conoscenti del commercialista i quali stanno vivendo ore di apprensione e temono per la sorte di Bruno.

Gli stessi Carabinieri, cui è stata affidata la risoluzione del caso, hanno interrogato, nella mattinata di ieri, la moglie del professionista e alcuni testimoni. Gli inquirenti pare abbiano già acquisito e stiano vagliando i filmati delle telecamere poste all’esterno delle attività commerciali, ubicate nel luogo della scomparsa dell’uomo.

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