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Il flagello delle droghe e l'intervento dell'Arma

Il flagello delle droghe e l'intervento dell'Arma

Una clientela trasversale, capace di eliminare le barriere provocate dall’insufficienza di denaro e pronta ad ingegnarsi per raggiungere lo scopo prefissato: l’acquisto di una dose di droga. Potrebbe essere la trama di un film già visto, di quelli che raccontano il non conosciuto di chi cerca una via di fuga nella solitudine di una siringa. La memoria corre veloce al 1981, quando il film “Christiane F - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino” sconvolse la società benpensante del tempo, facendo intravedere, anche se sotto le mentite spoglie della celluloide, quali possono essere le conseguenze umane e sociali della tossicodipendenza. In quella pellicola Christiana conosce il giovane Detlev, dedito al consumo di eroina: insieme, gradatamente, cadono sempre più in basso e perdono ogni inibizione e senso morale. Quel film fu un pugno allo stomaco. Ma la finzione in alcuni casi anticipa la realtà. Le operazioni anti droga condotte dai Carabinieri della stazione di Amantea, guidata dal comandante Tommaso Cerza, sotto l’egida della Compagnia di Paola, coordinata dal capitano Antonio Villano, hanno consentito, solo per arginare l’analisi all’ultimo anno, di strutturare una mappatura del consumo di stupefacenti abbastanza veritiero, che conferma come la droga sia una componente con la quale le nuove generazioni siano costrette a confrontarsi, prima o poi. Le sostanze maggiormente utilizzate sono quelle di facile consumo e reperibilità: marijuana e hashish in primis, ma anche cocaina. Nei primi due casi, sulla base degli arresti effettuati e soprattutto dei sequestri compiuti dai militari dell’Arma, i consumatori abituali sono soprattutto i ragazzi in età scolastica, coloro che frequentano gli istituti d’istruzione superiore e che cercano nello sballo un’emozione forte, un qualcosa da condividere con gli amici. È un bisogno alimentato anche dalle reti sociali e dal maggiore bisogno di apparire e non di essere. E se un tempo non troppo lontano per raggiungere tale scopo era sufficiente una sigaretta, ora il tabacco e la nicotina non bastano più. Dal punto di vista geografico anche i mercati sono cambiati: la velocità della comunicazione consente di trasformare il centro in periferia e viceversa. È sufficiente un messaggio sul cellulare ed in pochi minuti la dose è pronta e consegnata.

Più articolato il discorso sulla cocaina, anch’essa rinvenuta in quantitativi rilevanti nel corso di più operazioni. Il maggior costo farebbe ipotizzare una clientela più adulta, con capacità reddituali più elevate. Ma anche sotto questo punto di vista i luoghi comuni potrebbero essere facilmente smentiti. Se tale ragionamento è vero per gli abituali, di certo non vale per gli avventori occasionali, spesso giovani, che scambiano una serata di divertimento al ristorante o in discoteca con un momento di ebbrezza.

E poi ci sono i nuovi dispensatori di morte: quella sparuta minoranza di rifugiati, per lo più nordafricani, che rincorrono il denaro facile, che mostrano ribrezzo verso la solidarietà autentica e genuina della brava gente del posto e che non hanno alcuna remora nel dare la propria disponibilità a spacciare e a distribuire droga anche alla luce del sole. Le immagini dei migranti che gettavano le bustine pronte all’uso dai balconi dell’ex hotel Ninfa Marina, oggi trasformato in Centro accoglienza richiedenti asilo, e soprattutto la frequenza di questi lanci, testimoniano come anche una città di non rilevanti dimensioni, come Amantea, preda della sete di denaro delle ‘ndrine locali, è ora costretta a rapportarsi con quella che oramai è divenuta una vera e propria emergenza. Nel corso dell’anno che si è appena concluso sono stati circa una trentina gli arresti compiuti. Di questi una quindicina erano esuli.

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