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Il rilancio della Calabria corre sulla Salerno-Reggio

Il rilancio della Calabria corre sulla Salerno-Reggio

Se i sette miliardi e mezzo di investimenti previsti dal Patto per la Calabria sottoscritto il 30 aprile scorso nella sala del rinnovato Museo archeologico di Reggio, sotto lo sguardo dei Bronzi di Riace, sono il piatto-forte dell’impegno del Governo, spalmato nel tempo, nei confronti della regione, non c’è dubbio che l’attenzione di tutti, nell’immediato sia legata alla data del 22 dicembre. È quello, infatti, il giorno entro il quale il premier conta che giunga a compimento l’opera di ammodernamento di quella che sin qui è considerata l’incompiuta per antonomasia, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un impegno assunto lo scorso mese di marzo quando il presidente del Consiglio partecipò all’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria di Mormanno, nel Cosentino. Il brusio misto di sorpresa (ma anche di incredulità) della stampa estera all’annuncio che quel giorno a ridosso del Natale il premier e il ministro delle infrastrutture Delrio avrebbero percorso in auto l’intera autostrada è la sfida che deve ancora essere vinta.

E quanto quell’annuncio, dato a marzo, fosse frutto di radicate certezze Renzi lo ha ribadito anche poco prima della fine di luglio quando è tornato ancora in provincia di Cosenza per la cerimonia di apertura del Viadotto “Italia”, posto nel tratto autostradale compreso tra Laino Borgo e Laino Castello. Il viadotto era rimasto a lungo sotto sequestro dopo la morte di un operaio romeno avvenuta nel cantiere di costruzione dell’enorme struttura. La promessa, mantenuta, di riaprire quel tratto di autostrada in tempo utile per non penalizzare i grandi spostamenti lungo la direttrice nord-sud in occasione delle vacanze estive era anche figlia della considerazione di quanto una rete viaria efficiente sia valore aggiunto per l’economia legata al turismo.

Per il resto in questo 2016, nel corso del quale più volte le strade del premier e quelle della Calabria si sono incrociate, di realizzazioni concrete ve ne sono già state. È il caso dell’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi”, quello che è stato definito il “ponte energetico sullo Stretto”. Un’opera infrastrutturale strategica, dai numeri “imponenti” oltre che testimonianza «di quanto sia all’avanguardia l’ingegneria italiana». L’impianto, unico al mondo per le caratteristiche, rappresenta un bel segnale per il Mezzogiorno che riparte da un’opera energetica unica che porterà enormi benefici economici in termini di risparmio e ricadute positive anche in termini ambientali.

Ma, al di là di questi interventi, lo strumento organico e di più ampio respiro che riguarda l’intera regione è certamente rappresentato dal Patto per la Calabria sottoscritto con il Governatore Mario Oliverio. A questo, per la specificità dell’area, si somma il Patto per la Città metropolitana di Reggio sottoscritto in quella stessa occasione a fine aprile con il sindaco Giuseppe Falcomatà.

Il Patto per la Calabria si articola in sette aree d’intervento. Oltre a quelli per l’ambiente, sono previsti anche interventi per la realizzazione di infrastrutture nodali; sviluppo economico e produttivo; turismo, cultura e sport; scuola, università e lavoro; edilizia e innovazione sanitaria; sicurezza e legalità. Sette macro aree di interventi in cui saranno riuniti i vari fondi (Cipe, Ue, leggi speciali...) che dovranno dare vita nuova alla regione. «Nella Sala dei Bronzi di Riace - spiegò in quell’occasione il presidente del Consiglio dei ministri Renzi - , abbiamo sottoscritto il Patto per la Calabria e quello per la Città metropolitana di Reggio Calabria. Questi strumenti servono per il futuro di questa regione. Il presidente Oliverio e il sindaco di Reggio Falcomatà hanno bene illustrato quali sono gli impegni previsti nei due patti e i fondi messi a loro disposizione. Hanno le idee ben chiare e quindi ora si tratterà di attuare i provvedimenti. Noi siamo pagati per risolvere i problemi. Quando ci sono giornate come questa siamo pieni di orgoglio e passione perchè si riparte».

Poi prendendo spunto dall’inaugurazione del rinnovato Museo archeologico (che non è più “soltanto” la casa dei Bronzi di Riace) Renzi rilanciò la sfida dell’alta velocità. «E vogliamo farlo – concluse il premier – perchè vogliamo che questo Museo sia ben collegato e abbia intorno delle strutture che consentano di incrementare la presenza dei visitatori. La Calabria ha delle meravigliose bellezze che i turisti devono raggiungere comodamente».

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