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Operazione “Mala Sanitas”
Chiesto incidente probatorio

Operazione “Mala Sanitas” Chiesto incidente probatorio

Svolta nell’inchiesta “Mala Sanitas”, l’operazione della Guardia di Finanza che a Reggio ha svelato il “Sistema” di copertura degli errori medici, falsificando a colpi di bianchetto le cartelle cliniche dei pazienti, nei reparti di Ginecologia, Ostetricia, Neonatologia e Anestesia negli Ospedali Riuniti. La Procura, con atto a firma del procuratore aggiunto Gaetano Paci e dei pubblici ministeri Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci, ha richiesto al Gip di effettuare l’incidente probatorio (l’istituto che consente al Giudice di acquisire una prova prima del dibattimento) nei confronti di sette indagati. Tutti medici ed ostetriche in servizio agli Ospedali Riuniti di Reggio coinvolti nell’indagine «che dovranno essere escussi su fatti concernenti la responsabilità di altri», e che hanno già reso «dichiarazioni etero-accusatorie» nel corso degli interrogatori di garanzia».

Una deposizione che verterà sulle ipotesi di reato associativo, colpa medica, procurato aborto, falsità ideologica e materiale «e tutti gli altri reati di cui ai capi della provvisoria imputazione».

Tra le persone di cui la Procura vorrà acquisire la testimonianza spicca il nome di Alessandro Tripodi, l’ex primario facente funzioni che avrebbe svolto un ruolo centrale nelle operazioni di copertura dei presunti errori medici; oltre a Luigi Grasso, Antonella Musella, Annibale Maria Musitano, Francesca Stiriti e Salvatore Timpano; e Pina Grazia Gengemi, l’ostetrica al centro di un clamoroso caso di errore giudiziario essendo stata indagata, e interdetta della professione per la durata di 12 mesi (revocata all'indomani dell’interrogatorio di garanzia).

Il quadro accusatorio

Come già prospettato dagli inquirenti il giorno dell‘esplosione dello scandalo sanitario (l’operazione è dello scorso 21 aprile) l’indagine “Mala Sanitas” è destinata ad allargarsi ulteriormente. Già dalla lettura delle 575 dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio, Antonino Laganà, era legittimo ipotizzare l’allargamento del quadro accusatorio ad altre figure professionali. Medici, ostetriche, infermieri professionali del principale nosocomio del capoluogo reggino.

Uno scenario confermato dalla Procura nella richiesta di incidente probatorio avanzata all’Ufficio Gip: «Considerato che per taluni dei reati si è proceduto separatamente nell'ambito di altri procedimenti, soggettivamente e/o probatoriamente connessi al presente procedimento; atteso che in questa sede è altresì contestato il reato associativo; rilevato che la prova appare certamente rilevante e determinante ai fini del giudizio specialmente al fine di individuare correttamente il ruolo rivestito da ciascuno dei sanitari nell'ambito delle vicende delittuose per le quali si procede»,

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