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Paola, veterinari rinviati a giudizio

Paola, veterinari rinviati a giudizio

Veterinari e dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale rinviati a giudizio.

Il caso dei presunti “mattatoi fuorilegge” di Fuscaldo e San Pietro in Amantea approderà il 9 novembre al Tribunale di Paola in composizione collegiale. La decisione è giunta ieri mattina. Il Gip Marco Bilotta, dopo una breve camera di consiglio, ha accolto la richiesta formulata in aula dal pubblico ministero, Teresa Valeria Grieco. Tra gli imputati c’è anche l’ex presidente della Comunità montana del Medio Tirreno e Pollino (già vicesindaco di Belmonte Calabro), Giuseppe Bruno. Assieme a lui a processo anche Peppino Pastura, Ercole Giuseppe, Gianfranco Pascale e Francesco Rago.

Le accuse parlano di omissioni, inosservanze dei controlli, violazioni delle normative ambientali, falso materiale e ideologico. Nelle rispettive qualità ai cinque imputati viene addebitato di aver favorito la distribuzione di sostanze alimentari (carni) in cattivo stato di conservazione e insudiciate. Veniva riscontrato in particolare che la struttura di macellazione (il mattatoio comunale di Fuscaldo) gestita dalla società “Ma.Pa snc Pastura Peppino & C” presentava gravi carenze igienico sanitarie e di sicurezza a cui si aggiungeva l’esecuzione di lavori edili e contestuali con inevitabile contaminazione della carne macellata con le polveri nonché di materiale organico rimasto a seguito di precedenti operazioni di macellazione. Cosa, questa, che determinava un ulteriore provvedimento inibitorio.

Nel caso del mattatoio di San Pietro in Amantea viene contestato a Bruno di aver omesso di denunciare la situazione di carenza strutturale.  Inoltre i cinque imputati sono accusati di omissione nella collocazione di impianti e apparecchi destinati a prevenire disastri sul lavoro. Su Pastura pesa l’accusa di aver scaricato i reflui derivanti dalla concimaia del mattatoio nel torrente Maddalena (Fuscaldo).

Assenti autorizzazioni allo scarico. La gestione dei reflui è stato accertato che ammontava a  4.436.550 litri di cui «si disconoscono le modalità di smaltimento derivanti dalla macellazione di bovini e suini del mattatoio comunale sito in località Maddalena senza aver chiesto ed ottenuto la prescritta autorizzazione che è rilasciata dalla competente autorità amministrativa». Come detto, a fine anno spetterà ai giudici del Tribunale vagliare la fondatezza di tutte queste accuse.

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