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Imboscati, il fenomeno sfiora il 30%

Imboscati, il fenomeno sfiora il 30%

La questione, cruciale per l’attuazione del Piano di rientro, del corretto impiego delle risorse umane nella sanità e delle misure per restituire alle mansioni originarie e comunque snidare i cosiddetti “imboscati”, è oggi più che mai all’attenzione della struttura commissariale guidata da Massimo Scura e Andrea Urbani. Nei giorni scorsi l’atteso incontro del commissario ad acta con i coordinatori dei cosiddetti “medici competenti”, cioè preposti a verificare le inidoneità del personale rispetto alle mansioni. Al tavolo erano rappresentate l’Azienda ospedaliera di Cosenza e tutte le cinque Asp. Il problema era stato definito con un accordo sottoscritto il 13 novembre scorso tra la struttura commissariale e le organizzazioni sindacali del comparto, tranne la Cgil, recepito nel decreto commissariale 128 del 15 dicembre scorso, ma non condiviso dai sindacati della dirigenza medica. L’incontro dei giorni scorsi, richiesto dai coordinatori dei “medici competenti”, è servito a fare chiarezza sulle responsabilità del datore di lavoro (i direttori generali), dei medici competenti e dei medici del lavoro operanti nello Spisal, il Servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, al quale i lavoratori o il datore di lavoro hanno diritto di ricorrere come previsto dal testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro. In buona sostanza, se il lavoratore o il datore di lavoro non è soddisfatto della decisione del medico competente circa l’inidoneità o la parziale “idoneità con limitazioni” del dipendente, può ricorrere allo Spisal perché riformuli la diagnosi. I medici competenti hanno sottolineato l’importanza dell’ambiente di lavoro nei comportamenti più o meno motivanti dei lavoratori, raccomandando un investimento in tal senso, come pure la necessità di avere a disposizione, soprattutto per il personale di assistenza, letti ergonomici e sollevatori per i malati più pesanti. L’accordo sindacale recepito dal Dca 28 prevede la rotazione dei “medici competenti” per evitare assuefazione e possibili incrostazioni. Tutti hanno convenuto che il fenomeno, che in alcuni ospedali della Regione (in particolare nell’area dell’Asp di Reggio) raggiunge picchi del del 30% degli occupati, vada combattuto con decisione per arrivare a valori fisiologici, cioè sotto il 10%. Si è alla fine deciso di costituire un coordinamento dei medici competenti con la partecipazione dei medici del lavoro dello Spisal, che saranno a breve convocati al fine di emanare un documento che descriva misure atte a ridurre il fenomeno, vincolanti per tutti.

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