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Diffamazione, ai domiciliari Francesco Gangemi

Diffamazione, ai domiciliari Francesco Gangemi

Il giornalista Francesco Gangemi, di 81 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari nella sua casa di Reggio Calabria, dagli agenti della Squadra Mobile della città calabrese. L'arresto è stato fatto in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Catania per un cumulo di pene a 2 anni 11 mesi e 16 giorni di reclusione per diffamazione a mezzo stampa e per non avere rivelato le fonti fiduciarie delle notizie. Nel 2013 venne arrestato e portato in carcere sempre per diffamazione.

Francesco Gangemi, che ha compiuto 81 anni lo scorso 28 settembre, è invalido al 100 per cento e gravemente ammalato. All'età di 79 anni, nel 2013, era stato arrestato e portato in carcere ottenendo e successivamente ai domiciliari su decisione del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, in accoglimento di un'istanza presentata dai suoi difensori. "A quasi 82 anni e dopo aver recentemente subito un delicato intervento chirurgico al cuore - è scritto in un comunicato del Sindacato giornalisti della Calabria - una nuova, pesante tegola si abbatte, dunque, sul giornalista in esecuzione di una sentenza definitiva del 10 marzo scorso. Il Tribunale di Sorveglianza di Catania ha affidato l'esecuzione del provvedimento alla Procura di Cosenza dopo aver rigettato la richiesta di affidamento ai servizi sociali".

"Un provvedimento che non esitiamo a ridefinire, come avevamo fatto all'epoca assieme all'allora segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, mostruoso per qualsiasi ordinamento democratico che si fondi sulla libertà di espressione, di stampa e sul pluralismo delle idee". E' quanto afferma Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, commentando il nuovo provvedimento di arresto, ai domiciliari, per il giornalista ottantunenne Francesco Gangemi. "Gangemi paga duramente - prosegue Parisi - non solo il prezzo delle sue idee 'forti' e fuori dal coro, ma soprattutto l'ingiustificato ritardo del Parlamento nel riformare la legge sulla diffamazione che, per i reati a mezzo stampa, prevede ancora il carcere per i giornalisti consentendo il ripetersi di dolorosi episodi come questo. Nell'auspicare una revisione del provvedimento cautelare, ispirata a criteri di vera giustizia e umanità - sostiene ancora Parisi - rivolgiamo al Parlamento l'appello per riformare con urgenza la legge sulla diffamazione a mezzo stampa ed al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di valutare le possibilità di un intervento che, considerata l'età e le condizioni di salute del giornalista, eviti a Francesco Gangemi la privazione della libertà personale per reati compiuti nell'esercizio della professione giornalistica. Un giornalista che commette reato, diffamando qualcuno, va punito, certo. Con una multa, non con il carcere. Ma non va, in ogni caso, punito per non aver rivelato le fonti fiduciarie di una notizia vera, sacrosanto diritto di chi svolge questa professione".

"Quando la legge sconfina nella barbarie. O precipita nel ridicolo. Francesco Gangemi, giornalista di Reggio Calabria, 81 anni, invalido al 100 per cento, un recente delicato intervento al cuore, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. L'ordine arriva dal Tribunale di sorveglianza di Catania. Deve scontare 2 anni 11 mesi e 16 giorni di reclusione per il reato di diffamazione a mezzo stampa e per non avere rivelato chi gli ha fornito alcune notizie". Lo dichiara il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino. "Con il suo arresto l'Italia è più al sicuro - prosegue Iacopino -. Il Giubileo si svolgerà in tutta tranquillità. Potrà essere organizzata senza preoccupazioni una nuova 'prima' alla Scala e così seguitando. Sì, la legge a volte diventa barbara. E molte altre precipita nel ridicolo".

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