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’Ndrangheta, inchiesta sulla fuga di notizie

 Bisogna fare piena luce sulla fuga di notizie che nelle settimane passate ha riguardato alcune inchieste della magistratura inquirente su delicati rapporti tra clan e politica nel Cosentino. Con questo obiettivo giovedì pomeriggio (ma la notizia si è appresa ieri) negli uffici della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro si è tenuta una riunione di coordinamento cui hanno partecipato il procuratore aggiunto del capoluogo Giovanni Bombardieri, il sostituto Pierpaolo Bruni che ha competenza su buona parte del Cosentino e i vertici di carabinieri e squadra mobile di Cosenza. Il lavoro degli inquirenti, ha rivelato ieri l’Agi, è mirato a svelare l’identità di chi ha avuto accesso agli atti di indagine e che quindi con ogni probabilità è stato il responsabile della messa in circolazione dei verbali, delle informative e delle intercettazioni che erano tutti ancora coperti da un rigido segreto istruttorio. Ma che, invece, sono puntualmente finti sugli organi di stampa con tutto quello che ne consegue. Non solo per la tutela delle indagini e quindi il loro prosieguo ma anche per la posizione dei personaggi coinvolti, anzitutto politici magari pure coinvolti in campagne elettorali, le cui eventuali responsabilità sono ancora tutte da verificare.

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