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La Cassazione libanese
“assolve” Speziali

Reggio Calabria

“Non risultano legami” tra Marcello Dell'Utri e Vincenzo Speziali mentre le intercettazioni nei confronti di Speziali e della moglie vanno considerate “prive di effetti giuridici” perché eseguite in violazione della legge libanese. Sono queste, a quanto apprende l'Adnkronos, le conclusioni a cui è giunta la Cassazione libanese sul caso concernente l'imprenditore calabrese, che, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in Italia in relazione all'inchiesta Dell'Utri-Matacena, risiede a Beirut dal 2010 in virtù di un permesso di soggiorno permanente.

L'attestato-ordinanza, con lettere di accompagnamento asseverate dal Governo Libanese, è stato fatto pervenire dal legale di Speziali, tramite i ministeri italiani della Giustizia e degli Affari Esteri. Il documento, sottolinea Speziali tramite il suo avvocato nelle lettere, «indica chiaramente, sulla base delle indagini svolte con Marcello Dell'Utri», nel corso del suo arresto, «l’assenza di qualsiasi rapporto» tra quest'ultimo e Speziali e «l’inesistenza di eventuali comunicazioni telefoniche tra loro», e dimostra «l’invalidità e la mancanza di prove» relativamente al fatto che l’imprenditore «avrebbe accompagnato Dell’Utri durante i suoi precedenti viaggi in Libano».

Di conseguenza, osserva l’avvocato, «il reato di costituzione di un’associazione per delinquere» attribuito a Speziali diventa «falso e infondato», e «di conseguenza richiede all'autorità giudiziaria italiana competente di decidere di fermare gli inseguimenti nei suoi confronti a questo proposito». «Inoltre – spiega – poiché la legge libanese vieta qualsiasi tipo di intercettazione, se non con una decisione del primo giudice istruttore competente per reati punibili con almeno un anno di detenzione, la Cassazione libanese considera gli atti di intercettazione sulle linee telefoniche di Speziali e della moglie effettuati per ordine del pm italiani senza l’autorizzazione della competente autorità giudiziaria libanese infondati e senza effetti giuridici».

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Speziali: a breve sarà provata la mia estraneità al caso Matacena

«È stata divulgata una notizia a me favorevole sulla vicenda di Dell’Utri. Confermo il contenuto dell’ordinanza, non celando la mia soddisfazione per questa barbarie, scaturita da falsità e abusi». Così Vincenzo Speziali, l'imprenditore calabrese residente a Beirut e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per il caso Dell'Utri-Matacena, commenta l'attestazione-ordinanza della Procura Generale della Cassazione libanese. All’autorità giudiziaria libanese, sottolinea Speziali, «si era chiesto di appurare l’originalità e la veridicità dell’informativa prodotta dal Centro Dia di Roma (da cui trova origine il mio coinvolgimento), durante la missione svolta in Libano nei giorni successivi all’arresto del sen. Dell’Utri. Ora c’è la conferma: quanto riportato sul mio conto e attribuito al Capo dei Servizi di Informazione, il gen. Imad Osman, è inventato. Si certifica che il suo ufficio mai ha svolto indagini a mio carico per la vicenda dell’ex parlamentare di Fi (fermato a Beirut), ma soprattutto che il mio nome non è mai apparso nei verbali investigativi, oltre a non essere mai stato pronunziato durante la pratica di estradizione e per di più non sono mai stato indagato. Insomma, si tratta di un falso clamoroso».

«Questa – dice Speziali – è l’ennesima prova della mia innocenza (già certificata dalla magistratura locale e quindi applicabile in automatico in Italia, visto l’accordo bilaterale vigente) e, ove mai ve ne fosse stato bisogno, è la dimostrazione che l’indagine è una persecuzione, attuata ai miei danni, da parte della Procura di Reggio Calabria». Va da sé, aggiunge l'imprenditore, «che la questione avrà inevitabili strascichi giudiziari. Spero, perciò, nelle determinazioni conseguenziali, da parte delle competenti autorità italiane (le quali dovranno recepire l’ordinanza del Procuratore Generale della Cassazione libanese, obbligatoriamente, a norma di Trattato Bilaterale, che sancisce, oltre ogni ragionevole dubbio la mia estraneità in questa indagine, perciò la mia innocenza), affinché l’azione barbarica e falsa contro il sottoscritto cessi (almeno, per tale parte delle contestazioni), mentre sul caso Matacena, avrò modo a breve di produrre inoppugnabili pronunciamenti giurisprudenziali che mi discolperanno», spiega Speziali.

In ogni modo, continua, «ribadisco come per la vicenda Matacena io respinga ogni accusa che mi viene mossa e aggiungo che il mio collegio di difesa chiederà se l’informativa della Dia di Roma sia stata portata all’attenzione delle altre Procure della Repubblica interessate al caso di Dell’Utri (Roma e Palermo), poiché, se ciò non fosse confermato, per prima cosa non si capirebbe per quale motivo solo la Procura di Reggio Calabria ha avuto tale rapporto».

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