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Cartelli anti-'ndrangheta?
Buccinasco dice no

"Non ci possiamo permettere di essere ridicoli, quei cartelli fanno ridere": così Rino Pruiti, vicesindaco di Buccinasco, commenta la scelta del comune dell'hinterland milanese di non esporre all'ingresso della città i cartelli non scritto 'vietato alla 'Ndrangheta' che fanno parte di un'operazione promossa dall'Anci Lombardia e ideata da Klaus Davi, proposta a diversi comuni lombardi ma anche calabresi nell'ambito della campagna "100 comuni contro le mafie". "Sotto a un cartello con quello slogan i mafiosi avrebbero scritto: "ma noi già abitiamo qui", era ridicolo e per questo - racconta Pruiti - abbiamo proposto di scrivere 'qui l'ndrangheta non avrà casa', facendo riferimento alle confische di beni mafiose fatte negli ultimi anni, ma Klaus Davi ci ha detto che o facevamo così o non se ne faceva niente". Il no di Buccinasco allo slogan ideato da Klaus Davi è stato reso noto oggi dal quotidiano 'Il Giorno' e il massmediologo ha esortato il sindaco a ripensarci: "Non dobbiamo più avere paura della parola Ndrangheta e ricordare che la cosca dei Barbaro Papalia è viva e vegeta nel Suo comune e la Ndrangheta: non solo, controlla interi quartieri della rigogliosa Milano". Ma il no di Buccinasco non ha niente a che fare con la paura, come spiega il vicesindaco Pruiti, che si dice "sconcertato: da 15 anni combattiamo il cancro dell'ndrangheta pagandone il prezzo con macchine bruciate e proiettili nella posta. Sembra che qualcuno voglia fare polemica per finire sui giornali, ma per noi l'ndrangheta è una realtà".

"Non abbiamo bisogno di slogan, ma di fatti concreti" sottolinea Pruiti, spiegando che il Comune ospita la rassegna 'Buccinasco contro le mafie' e che negli ultimi anni 14 immobili sono stati confiscati e riassegnati a centri sociali e famiglie in difficoltà. Tutto questo in un paese dove "tremila famiglie vengono dalla zona di Platì e dell'Aspromonte e portano cognomi come Barbaro e Papalia, non perché siano omonimi ma perché - racconta il vicesindaco - sono tutti parenti". "A questa gente non fa paura un cartello, ma il timore di perdere la casa, noi volevamo aderire alla campagna dell'Anci, ma - sottolinea Pruiti - in maniera seria: scrivere 'vietato alla 'ndrangheta' era una stupidata perché la'ndrangheta è già qui". A sconcertare maggiormente il Comune è l'intervento - reso noto da Klaus Davi - Cosimo Ferri, sottosegretario alla giustizia, che avrebbe invitato Buccinasco a ripensarci. "Lo Stato sa cosa succede qui e cosa - commenta Pruiti - servirebbe davvero: più carabinieri, più controllo sul territorio". "Molto spesso, nella storia italiana - aggiunge Rosa Palone, Presidente del Consiglio comunale di Buccinasco - sono state singole persone a portare avanti la lotta alla mafia come valore, come resistenza, come insieme di idee e azioni e purtroppo non sempre hanno trovato riscontro nelle istituzioni. Noi come pochi Comuni in Italia, stiamo cercando di invertire questa rotta. Ma il governo e l'Anci - conclude - stanno dalla parte di Klaus Davi".

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