Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ospedali, le reali perdite sono ben più gravi

 Fatti, non sterili polemiche. La sanità calabrese ha bisogno di produrre di più e in modo appropriato per coprire le perdite reali, che per le aziende ospedaliere sono molto più alte di quelle denunciate nei bilanci. Lo ha scoperto la struttura commissariale guidata da Massimo Scura, impegnata da mesi in una “operazione verità” che turba il sonno di quanti sperano di affossarla per mantenere un sistema che al momento favorisce l’emigrazione dei malati, lascia indisturbati gli operatori “imboscati” e provocherà un inasprimento fiscale di cui i contribuenti calabresi poi chiederanno il conto a chi ha remato contro il cambiamento. All’ultima riga il consuntivo 2014 delle tre Aziende ospedaliere e dell'Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini attesta per l’Ao Annunziata di Cosenza una perdita di 8,5 milioni di euro, per la Pugliese-Ciaccio (Catanzaro) di 3,8 milioni, per la Mater Domini (Catanzaro) di 26,7 milioni e per l’Ao di Reggio Calabria un utile di 0,5 milioni. Stando a questi dati sembrerebbe che tutto sommato le aziende, meno la Mater Domini, accusino perdite modeste. Addirittura gli Ospedali Riuniti di Reggio realizzerebbero un utile. Ma le cose non stanno esattamente così perché il contributo “indistinto” in conto esercizio che viene assegnato dalla Regione alle Aziende per remunerare le funzioni non a tariffa come il pronto soccorso ed altro, di fatto rappresenta in gran parte un ripiano delle perdite. Andando a leggere anche la prima riga dei rispettivi bilanci, si scopre infatti che l'Annunziata riceve un contributo in conto esercizio di 90,2 milioni di euro che sommato alla perdita fa 98,7 milioni pari al 101,7% dei ricavi per le proprie prestazioni che ammontano a 97 milioni; il Pugliese-Ciaccio riceve complessivamente 75,2 milioni pari al 75,8% dei propri ricavi, pari a 95,6 milioni; Mater Domini un contributo più perdita di 38,5 milioni pari al 107% dei propri ricavi propri, pari a 36 milioni, e gli Ospedali riuniti di Reggio un contributo di 67 milioni pari al 71% dei ricavi propri, pari a 94,2 milioni. La prima domanda che sorge spontanea è: perchè queste disparità di contributi regionali? La seconda: come stanno effettivamente le cose e cosa si deve fare per avere maggiore chiarezza e trasparenza nei bilanci? Terzo quesito: cosa si sta facendo per eliminare le storture contabili, ma soprattutto per erogare ai cittadini prestazioni più numerose e qualitativamente più elevate? Alla prima domanda la struttura commissariale risponde che questa prassi è basata sulla spesa storica e non sugli effettivi servizi offerti dalle singole aziende ospedaliere. Probabilmente queste sono state trattate, in parte, come le aziende territoriali che hanno una quota capitaria e quella di Cosenza, la più grande, ha ricevuto un contributo più grande. Per rispondere alla seconda, il commissario ad acta rimanda al decreto legislativo 502 che prevede che, oltre alla valorizzazione dei servizi offerti, le Aziende ospedaliere debbano ricevere il finanziamento delle cosiddette funzioni non remunerate a tariffa, quali il pronto soccorso, le terapie intensive, il centro trasfusionale, i centri per le malattie rare, la banca delle cellule staminali a Reggio o quella delle cornee a Cosenza. Questo contributo non può però superare il 30% dei propri ricavi e pertanto pur concedendolo tutto, con gli attuali ricavi le 3 Aziende avrebbero dovuto ricevere rispettivamente 29,1 milioni l'Annunziata; 28,7 milioni il Pugliese-Ciaccio e 28,3 gli Ospedali riuniti di Reggio. La loro perdita reale ammonterebbe rispettivamente pertanto a cifre ben più alte di quelle quantificate in contabilità: circa 69 milioni per l’Ao di Cosenza; a 46,5 milioni per il Pugliese-Ciaccio e a 38,3 milioni per gli Ospedali Riuniti della Città dello Stretto. «Un discorso a parte - spiega Scura - va fatto per la Mater Domini, che non ha alcune funzioni fondamentali quali il Pronto soccorso ma deve svolgere attività di ricerca e didattica. Se compensiamo le cose, in prima approssimazione anche Mater Domini potrebbe avere un contributo aggiuntivo del 30% pari a circa 11 milioni per cui la sua perdita reale ammonterebbe a 27 milioni. Insomma, pur con le dovute distinzioni, se Atene piange, Sparta non ride. Risulta chiaro - conclude il commissario - che il vero problema delle Aziende ospedaliere è la scarsa erogazione di servizi ai cittadini, che dovrebbe aumentare dal 30 al 50%. Incrementando la "produzione" (in modo appropriato s’intende) si ridurrebbe la mobilità passiva con ovvi benefici sociali ed economici».

Caricamento commenti

Commenta la notizia