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Suor Elisa Miceli
ora è venerabile

foto gazzetta del sud

Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata sua Em.za Rev.ma il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Elisa Miceli fondatrice dell’Istituto delle Suore catechiste Rurali del Sacro Cuore; il postulatore della causa è il sacerdote cosentino don Enzo Gabrieli. L’Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano Monsignor Francesco Nolè ha voluto esprimere il ringraziamento della Chiesa Cosentina a Papa Francesco e la gioia del Popolo di Dio per questo dono che lo Spirito Santo fa alla Chiesa. “Apprendo con gioia la meravigliosa notizia di una nuova Venerabile, che nella sua vita semplice ha saputo portare nei contesti rurali l’annuncio gioioso del Vangelo così come ancora oggi ci esorta fare il Santo Padre. Inizio il mio ministero accompagnato da queste speciali figure di santità che ci indicano la via buona del Vangelo e l’impegno educativo a cui la Chiesa deve rispondere mettendosi a servizio delle nuove generazioni”. Facendo riferimento all’ ‘eredità spirituale’ di questi testimoni lasciata dal suo predecessore monsignor Salvatore Nunnari, “ora attendiamo di poter celebrare gioiosamente qui a Cosenza la venerabilità di donna Lisetta Miceli proprio nell’anno della Vita Consacrata”. Suor Rita Salerno, madre generale dell’Istituto ha espresso la gioia e il ringraziamento al Santo Padre per tale dono ricordando come l’esempio di suor Elisa continui a brillare nella Chiesa cosentina e particolarmente nei luoghi dove le sue figlie continuano ad operare nella catechesi e nel servizio agli ultimi.  La Serva di Dio Elisa Miceli, nacque a Longobardi,il 12 aprile del 1904; con la famiglia che ne aveva curato l’iniziale formazione umana e religiosa, si trasferì a Roma nel 1917, dove poté entrare in contatto con eminenti personalità del mondo cattolico-sociale. Nel maturare la decisione di consacrare la sua vita a Dio tra le Carmelitane, tornò in Calabria dove prese coscienza delle gravi condizioni di sfruttamento e degrado materiale, sociale e spirituale nelle quali versavano le popolazioni rurali. Si sentì profondamente chiamata ad annunciare il Vangelo ai più lontani, rimanendo carmelitana contemplativa nel cuore. Infatti la Madre Elisa aveva intuito che il Regno di Dio si rende presente tra gli uomini attraverso un’attenta opera di promozione umana e cristiana. Punti qualificanti della spiritualità di Elisa sono il riferimento al Sacro Cuore, significato in Gesù Eucaristia; frutto naturale ne è l’Ora Santa notturna assieme all’impegno apostolico, come senso di responsabilità che induce la Madre all’espiazione. L’agonia di Gesù nel Getsemani è l’icona che l’accompagnerà fin sul letto di morte. Dall’ansia apostolica, nella Festa dell’Immacolata del 1934, nascerà la Congregazione delle Suore Catechiste Rurali del Sacro Cuore, attraverso la quale partecipa il dono di Dio ad altre anime e rende più efficaci e solidi la vita di unione con Dio e l’apostolato catechistico. Fin dagli anni Venti, la Madre Elisa aveva dato vita agli Oratori Rurali, luoghi di accoglienza e di formazione integrale dell’uomo, del cittadino e del cristiano; essi sfociarono nella geniale originalità delle Settimane Campestri, praticate, poi, in varie regioni d’Italia. Nella sua azione apre il cuore e tende le sue mani ad ogni genere di bisogno; dà asilo alle ragazze madri, all’epoca cacciate di casa e rinnegate dalla famiglia, istituisce Scuole materne e laboratori per ragazze, accoglie bambini orfani od esposti alla tubercolosi e alla miseria morale e materiale, rende consapevoli i poveri dei propri diritti e li sostiene nel loro esercizio. L’operosa giornata terrena della Serva di Dio venne stroncata da un male incurabile, che ella accolse in spirito di cristiana espiazione e di attiva conformazione alla volontà di Dio, in perfetta e lieta coerenza alla scelta fondamentale della sua esperienza di fede. Il 19 aprile del 1976, nella Casa della Congregazione di Frascati, la Serva di Dio spirava piamente, nel compianto generale e nell’unanime convincimento della sua santità di vita. Essendosi diffusa grandemente la fama di santità della Madre Elisa, il giorno 19 aprile del 2002, si dava avvio al processo di canonizzazione, per evidenziarne l’eroicità delle virtù umane e cristiane. I resti mortali della Serva di Dio, dopo la “Ricognizione Canonica”, avvenuta il giorno 02 marzo 2003, riposano nella Cappella della Madonna del Carmine, nella Chiesa dell’Assunta (detta di San Francesco di Paola) in Longobardi.

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