Depurazione, o meglio ‘maladepurazione ‘ sul tirreno cosentino. Nuova richiesta del procuratore di Paola, Bruno Giordano, di rinvio a giudizio per 3 amministratori della SMECO, che gestisce la gran parte dei depuratori del tirreno cosentino, e due funzionari dei comuni di Paola e Fuscaldo. L’accusa questa volta è di truffa aggravata. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, e la cosa se confermata è gravissima, i cinque in concorso avrebbero distratto i finanziamenti ottenuti dalla regione, circa 250 mila euro, tra il 2009 e il 2011 per superare le disfunzioni nei depuratori di Paola e Fuscaldo, che tanti danni hanno procurato alla balneabilità delle acque. Si sarebbe, praticamente, speculato persino sugli interventi riparatori, fregandosene dell’inquinamento del mare e delle conseguenze ambientali. Tra l’altro ben tre degli odierni indagati, gli amministratori unici e il commissario liquidatore della Smeco, Domenico Albanese, Raffaele Romeo e Rosaria Rita Mazzacuva sono imputati, con Jessica Plastina capo area della società, nel processo scaturito dal primo troncone di indagine ‘Smeco-Giseco’ per disastro ambientale, frode nelle forniture e illecito smaltimento dei rifiuti, i fanghi scaricati direttamente a mare. Dibattito la cui prima udienza è fissata davanti al tribunale di Paola per il prossimo 9 giugno.
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