L'appello ai sindaci, alle associazioni calabresi, alle aziende sanitarie parte da Rogliano, nel cosentino e coinvolge l'ambito socio -sanitario: “Più Case Alzheimer” è la richiesta della neurologa Amalia Bruni, direttore del centro di Neurogenetica di Lamezia Terme che ieri ha chiuso la rassegna “Incontri sulla Calabria in movimento” nella città del Savuto. I saluti istituzionali del primo citatdino, Giuseppe Gallo e l'intervento del sindaco di Mangone, Raffaele Pirillo, hanno aperto i lavori, moderati dalla giornalista Rosalba Baldino, direttore della rassegna. Amalia Bruni, ricercatrice il cui impegno è riconosciuto in campo internazionale si è soffermata sullo studio clinico genetico, ricerche svolte negli archivi calabresi che hanno consentito insieme alle ricerche di laboratorio di scoprire la “Nicastrina”. La proteina presente nelle membrane delle cellule neuronali. I dati sono allarmanti ha spiegato ad un pubblico numeroso ed attento. “Circa 800mila in Italia i malati di Alzheimer, una vera “emergenza sociale” ha detto la scienziata insistendo sulla necessità di fare rete. “medici di base, famiglie, centri di valutazione Alzheimer” per “ poter intervenire ai primi segnali della malattia” “ Si arriva dagli specialisti- ha sottolineato Amalia Bruni- quando l'Alzheimer è già in fase avanzata.” “ In questa patologia anche la famiglia ha bisogno di supporto”. “ Importante – ha concluso è non isolare i malati. Per questo a Lamezia Terme è nato il centro diurno” Una delle prime esperienze regionali, apripista in Calabria per l'assistenza ai malati ed aiuto alle famiglie. “Si può fare ricerca di qualità nella nostra Regione ”- ha concluso Amalia Bruni “ ma bisogna scindere la ricerca dalle attività di diagnostica e assistenza ospedaliera. Sono due attività diverse”. La manifestazione è stata completata dalle letture e dai canti curati da Antonietta Russo e Carmela Oliveti
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