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Palazzo Damis
grave saccheggio

Le scorribande dei predoni. E’ stata saccheggiata la dimora appartenuta al generale Pierdomenico Damis, uno dei Mille di Garibaldi. Il tempio del Risorgimento arbëresh, disabitato da oltre dieci anni, è ritornato nel mirino dei ladri che, qualche settimana fa, hanno ripulito l’appartamento situato nel primo piano del palazzo. Le stanze un tempo fucina del pensiero liberale da dove sono stati pianificati i moti risorgimentali dei fratelli Domenico e Angelo Damis e dei rivoluzionari lungresi, oggi sono in balia dei malviventi. A denunciare l’ennesimo furto è stato uno dei proprietari dell’immobile cinquecentesco situato nel cuore del centro storico lungrese. I Carabinieri della locale stazione, su disposizione del maresciallo Francesco D’Oriano, dopo aver effettuato un accurato sopralluogo, stanno intensificando le indagini per cercare di ricostruire la dinamica dei fatti e risalire ai responsabili dell’atto. Dalle ricognizioni effettuate dai militari, non sono stati riscontrati segni di scasso a porte e finestre. Solo il  robusto lucchetto che inibiva l’accesso all’appartamento del primo piano, è stato forzato. L’entrata principale dell’immobile, costituita da un poderoso portone, tuttavia, non è stata scardinata cosi come non hanno subito manomissioni le  inferriate delle aperture del piano terra e le finestre del primo piano. Considerato che il palazzo si trova in una zona abitata, vicinissimo all’ufficio postale, e che nessuno dei vicini ha notato movimenti o rumori sospetti, sono avvolti tuttora nel mistero i modi e i tempi con cui i ladri hanno potuto sottrarre i beni all’interno dell’immobile. Tra gli oggetti trafugati, oltre a mobili e suppellettili del ‘800, è stata prelevata una statua dell’Ecce Homo del ‘700, refurtiva del valore di circa ottomila euro. Dell’istituendo museo territoriale del Risorgimento, oggi rimane solo la targa posta all’ingresso del palazzo. Tra beghe familiari e inerzia delle istituzioni preposte a valorizzare la struttura, uno dei simboli del Risorgimento meridionale rischia di venir cancellato per sempre dalla storia.

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