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Ammanco Santuario
Cedolia si difende

Nessuna truffa, nessun tradimento. Massimo Cedolia, il promoter finanziario arrestato il 24 giugno scorso su disposizione del GIP del tribunale di Paola nell'ambito dell'inchiesta sull'ammanco di circa 2 milioni di euro dai conti del Santuario di Paola su cui affluiscono le offerte dei fedeli, nel corso dell'interrogatorio davanti al GIP, De Rose, si è difeso e ha contrattaccato. Secondo Cedolia i frati sapevano delle operazioni in borsa, potevano controllare perchè avevano la password, quindi, erano pienamente consapevoli. Cedolia, dunque, sostiene di non aver fatto quelle rischiosissime operazioni in Borsa con i fondi delle offerte, all'insaputa dei frati del Santuario. Una versione diversa da quella della procura che ha escluso il coinvolgimento dei frati e dell'economo del Santuario di San Francesco attribuendo tutta la responsabilità a Cedolia e alle altre10  persone indagate, tra cui alcuni familiari, che avrebbero partecipato a vario titolo alla truffa. 

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