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Matacena, al setaccio le carte di Scajola

  Prima a Roma e subito dopo a Genova. Il procuratore di Reggio, Federico Cafiero de Raho, e il sostituto antimafia Giuseppe Lombardo, insieme al magistrato della Dna Francesco Curcio, interrogheranno oggi nel carcere romano di Regina Coeli l’ex ministro Claudio Scajola, finito in manette per aver orchestrato la latitanza all’estero di Amedeo Matacena. La settimana scorsa Claudio Scajola aveva scelto di non rispondere al gip percorrendo la strada del faccia a faccia con gli inquirenti. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio e un pool di agenti della Dia si sposteranno in Liguria, tra Genova ed Imperia, per visionare una montagna di documenti di «estremo interesse investigativo », faldoni e faldoni di carte, agende, appunti oltre a file informatici che confermerebbero il cuore dell’inchiesta: il progetto dell’ex parlamentare “azzurro” di rifugiarsi in Libano, dopo la tappa di trasferimento dalle Seychelles a Dubai, per sfuggire alla condanna definitiva a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione di ’ndrangheta; e la strategia di distrarre il patrimonio della famiglia Matacena attraverso la fusione delle società dell'armatore e l’intestazione dei beni a prestanome e uomini di fiducia. A confermare la trasferta in Liguria sono gli ambienti investigativi reggini. Una strategia precisa per uno screening in loco della seconda caterva di documentazione sequestrati negli uffici e nelle residenze di Claudio Scajola e del suo staff. Sembrano, intanto, destinati ad allungarsi i tempi per l’estradizione in Italia di Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena arrestata a Nizza l’11 maggio scorso di rientro dagli Emirati Arabi. La donna sarà inizialmente trasferita a Ventimiglia, ma «non è probabile che questo avvenga tra oggi e domani» secondo quanto ha riferito l’avvocato genovese della donna, Carlo Biondi che è in contatto con l’avvocato francese Flory.

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