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Pesce spada tonno e bianchetto, piano di controlli delle Capitanerie

  Controlli a tappeto per tutelare la filiera ittica. Da Reggio a Crotone, da Vibo a Corigliano, dalla Locride, Cetraro e Gioia Tauro i militari della Guardia costiera stanno monitorando l’attività di pesca e l’iter di commercializzazione. Tre in particolare gli esemplari da proteggere dalla pesca indiscriminata: il pesce spada, il tonno rosso e il “bianchetto”. Un’operazione ad ampio raggio che i vertici della Direzione marittima della Calabria, il comandante Gaetano Martinez e il capo reparto operativo Cesare Cama, hanno ribattezzato “Safe swordfish”, letteralmente “Salviamo il pesce spada”. Il piano operativo della Guardia costiera calabrese prevede capillari interventi via mare e a terra per regolarizzare, innanzitutto, la pesca del pesce spada. Rimaste in spiaggia fino al 30 marzo (il via libera è consentito dal 1 aprile al 30 novembre), le imbarcazioni (le tradizionali feluche o passerelle) sono ritornate in mare aperto con le tecniche consentite dalle legge europea: arpionando o con il “conzo”. Oltre al vietatissimo utilizzo delle “spadare” – le reti metalliche autentiche trappole mortali per centinaia di pesci, delfini compresi – le ispezioni delle Capitanerie di porto si sviluppano su due direttrici: no alla pesca di animali sotto misura – rispetto al limite massimo di 1 metro e 40 centimetri (spada compresa) che equivale ad un peso di 4-5 chilogrammi – e tracciabilità della provenienza.

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