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Su Rtl va in
onda... l’Antimafia

  I tentacoli della cosca Tripodi in Lombardia. Finisce anche una delle principali radio nazionali, Rtl 102.5, “nel mirino”della Dda di Catanzaro, che ha disposto ieri una serie di perquisizioni anche negli studi radiofonici per chiarire gli eventuali rapporti con la potente famiglia di ’ndrangheta del Vibonese. Secondo quanto finora emerso dalle indagini, l’unica fonte di sostegno di Nicola Tripodi, ritenuto il boss dell’omonima cosca, sarebbe il reddito percepito dalla “Gestitel srl”, con sede a Bergamo, che si occupa di telecomunicazioni fisse. E le quote di maggioranza di questa società sarebbero proprio dei soci dell’emittente Rtl. A loro volta, Rtl e la “Open Space Pubblicità srl” di Bergamo hanno avuto rapporti finanziari e societari con la ditta individuale di Cosimo Campennì, per gli inquirenti imparentato con Giuseppe Mancuso, elemento di spicco del potente clan di Limbadi, che è stato condannato all’ergastolo. Perquisite pure le case di quattro persone nell’hinterland milanese, che sarebbe stato il quartier generale delle attività imprenditoriali di Orlando Tripodi, figlio di Nicola.

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