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Eseguita autopsia
bimbo si è difeso
mamma comincia a parlare

Carmine ha lottato, ha provato a difendersi dalla furia omicida della mamma che lo ha colpito prima con un coltello da cucina, poi con delle forbici.Sotto le sue unghie brandelli di pelle della madre. Fatale il fendente ai polmoni. Il piccolo è morto dopo alcune ore e l'omicidio sarebbe avvenuto nel pomeriggio di sabato. Nello stomaco i resti del panino consumato a scuola. Sono queste alcune indiscrezioni sull’esame autoptico eseguito  stamani sul corpicino di Carmine De Santis, nell’ospedale di Cetraro dal dott. Arcangelo Fonti, il medico legale incaricato dalla procura di Paola nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio del piccolo Carmine De Santis, undici anni di Rovito, ucciso dalla mamma Daniela Falcone che poi ha tentato il suicidio. Una dinamica su cui convergerebbero tutti gli elementi raccolti sinora dopo il ritrovamento dell’auto della donna nei boschi della Crocetta, tra Cosenza e Paola, con all’interno il bimbo ormai senza vita e straziato da diversi colpi di forbice, e la madre in stato di incoscienza con evidenti ferite all’addome, ai polsi, al torace, un ematoma al collo nel tentativo di darsi la morte. Il procuratore di Paola, Bruno Giordano che segue il caso, vuole fugare ogni dubbio. Da qui anche la decisione di non chiedere subito il provvedimento di fermo nei confronti di Daniela Rovito, ordinanza che sarà comunque emessa nelle prossime ore. Intanto, la donna  è piantonata nell’ospedale di Cosenza, le sue condizioni migliorano dopo l’ intervento chirurgico. Non viene persa di vista neanche un secondo per timore di gesti autolesionistici. E’ rimasta per due giorni con gli occhi sbarrati e lontana dalla realtà in un mutismo impenetrabile. Stamani invece ha cominciato a parlare. Frammenti che saranno utili agli inquirenti per confermare l’ipotesi del figlicidio legato alla violenta lite con il marito, la sera prima dell’allontanamento,  la confessione che lui aspettava un figlio dall’amante e che se ne sarebbe andato con lei. Uno shock. Un corto circuito che l’ha spinta, ed è quello che dovranno dimostrare i consulenti, a premeditare la tragica vendetta, prendere Carmine a scuola, portarlo in giro in macchina e poi dopo aver rimuginato per ore tra quei boschi silenti della Crocetta, attuare il piano demente. E ora per lei comincia un dramma ancora più grande: prendere coscienza di quello che ha fatto che nulla ha di comprensibile e di naturale. Uccidere quel figlio tanto amato.  

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