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Gentile si dimette
"Torno in Calabria"

Si dimette il sottosegretario Antonio Gentile finito nel mirino per le presunte pressioni al direttore dell'Ora della Calabria che intendeva pubblicare notizie su un'indagine giudiziaria che riguardava suo figlio. Lo annuncia lui stesso in una lunga lettera inviata a Renzi e Napolitano oltre che ad Angelino Alfano. Gentile fa una "riflessione amara" per quanto è accaduto a lui e spiega che tornerà a "fare politica nelle istituzioni, come segretario di presidenza, e nella mia regione come coordinatore aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni di cui sono vittima". Il procuratore di Cosenza, Dario Granieri, precisa intanto che il senatore del Nuovo centrodestra non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria.

"Chiedo solo che si faccia luce su tutto - scrive Gentile - e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verità terza e oggettiva che sarà scritta dai giudici, ma che è già ben presente nella mia coscienza". Lo scrive nella lettera delle sue dimissioni il sottosegretario Antonio Gentile.

"Le mie dimissioni - sottolinea - sono un gesto di generosità verso un Paese che non deve e non può attardarsi su una vicenda inesistente". "Per chiarire tutto - aggiunge - ci vorrà poco tempo e mi auguro che a quel punto ci sarà chi avrà l'umiltà di scusarsi".

"Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l'acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture - si legge nella lunga lettera di Gentile - mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell'esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito". "Non ritornerò - prosegue - sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per 'mascariare' in modo indegno la mia persona, nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria. Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda - sottolinea Gentile - l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria e' tornato nel medievalismo piu' opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria".

"Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura, con i suoi tempi che mi auguro siano piu' brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima. La riflessione che vi lascio - conclude Gentile - e', pero', attuale e riguarda la necessita' di riequilibrare un sistema la cui agibilita' e' messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non, invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual è".

Sulla nomina del sottosegretario ai Trasporti erano piovute critiche da tutti i fronti mettendo in seria difficoltà l'esecutivo appena completato da Matteo Renzi. Sul premier era arrivato il pressing della minoranza del suo partito che, a gran voce, chiedeva a Gentile di far un passo indietro. Ma il partito di Angelino Alfano aveva lanciato l'altolà: l'Ncd fa e farà scudo al suo sottosegretario e difenderà da quella che il coordinatore del partito, Gaetano Quagliariello definisce una "corsa a precipizio che di questo passo si sta compiendo verso la barbarie e l'asservimento della politica a operazioni di altra natura".

Gentile aveva denunciato la "macchina del fango" lanciata contro di lui e la sua famiglia. "Da dieci giorni sono vittima di accuse ingiuste e infamanti". Nei suoi confronti i difensori avevano citano invece una sorta di 'metodo Boffo'

Oltre ad una parte del Pd, in prima fila a chiedere le sue dimissioni c'erano anche Fi e la Lega e il Movimento 5 Stelle stava già preparando una mozione di sfiducia per il sottosegretario.

Alfano, per noi viene prima Italia
- "Il Sen. Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Lo ha fatto per il bene comune e con grande generosità, e siamo convinti che il tempo (speriamo brevissimo) gli darà ragione. Per noi viene prima l'Italia". Lo afferma il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano.

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