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Il piccolo “Cocò”
conosceva i killer
del nonno

  Al piccolo “Cocò”, purtroppo, non è stato risparmiato nulla. I suoi assassini gli hanno prima devastato la testa con un colpo di pistola e poi ne hanno bruciato il corpo. Nessuna pietà. L’hanno sfigurato e poi hanno usato il fuoco. Con quello di Nicolino Campolongo, che aveva solamente 3 anni, sono stati bruciati pure i cadaveri di Giuseppe Iannicelli, 52, sorvegliato speciale, e della “compagna”, “Betty” Taoussa, 27, marocchina, che sono stati ammazzati con un colpo di pistola al volto. Ebbene, è un bossolo annerito l’unica traccia della “mattanza” rimasta tra i sedili. Prima di accendere il rogo, gli assassini hanno lasciato sul cofano della Fiat Punto una moneta da 50 centesimi. Un “messaggio” – secondo gli investigatori – che potrebbe essere stato lasciato per dare un valore “simbolico”, minimo, a Iannicelli, la vittima designata. Giuseppe Iannicelli, per gli assassini, valeva soltanto 50 centesimi, meno di una pallottola o di un caffè. Le indagini puntano decisamente sulla pista della droga. Si sarebbe appunto trattato, come si è pensato fin dalle prime ore, di un regolamento di conti nell’ambito del traffico di stupefacenti. Comunque non si sottovalutano altre possibilità.

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