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Cerimonia di commiato
per mons. Marcianò

mons. Marcianò Rossano

“Carissimi, amatissimi fratelli e sorelle,era il pomeriggio del 22 luglio del 2006 e miei piedi giungevano alle porte di questa Chiesa: dapprima nel territorio di Spezzano, primo paese della diocesi, e poi, finalmente, si fermavano alle porte di questa stupenda Cattedrale. Quel giorno, ve lo confesso, provai una gioia simile a quella che descrive il salmista: la gioia unica e caratteristica del pellegrino che arriva alla Città Santa, a Gerusalemme, alla Casa del Signore. Era la gioia di essere a casa, una casa che Dio mi aveva dato ma che era Sua, nella quale Lo trovavo ad attendermi”. Con queste parole mons. Santo Marcianò ha iniziato l’ultima omelia da vescovo di Rossano-Cariati  in una cattedrale gremitissima. In tanti hanno voluto partecipare al commiato di mons. Marcianò chiamato da Papa Francesco ad alto importante incarico. Ordinario Militare per l’Italia. Dopo aver ringraziato quello che ha affettuosamente chiamato il suo popolo,  per averlo accolto e seguito in questi sei anni e aver rimarcato l’importanza della fede per la crescita anche sociale, economica e culturale di questo territorio, mons. Marcianò ha ringraziato i presenti. “ Ringrazio il Prefetto, il Questore, le autorità politiche, civili e militari presenti. Ringrazio voi carissimi Sindaci, Amministrazioni comunali presenti e passate, della diocesi di Rossano-Cariati. Ringrazio il signor Sindaco di Rossano, per il saluto rivolto a nome di tutti; ringrazio per il dono che avete voluto farmi; e vi ringrazio per tutte le volte che, con grande determinazione, abbiamo collaborato per il bene comune del nostro meraviglioso territorio e della nostra gente, assieme a tanti uomini di cultura e persone di buona volontà, per fare bella la città dell’uomo nella giustizia, nella solidarietà, nell’amore.

Ma il grazie più affettuoso a voi, amatissimi sacerdoti, assieme ai cari seminaristi. Per tutti ringrazio commosso il caro Monsignor Antonio De Simone, per le parole intense, segno della sua vicinanza e del sostegno di vicario generale, per me prezioso e insostituibile. Vi ho amato profondamente, con tutto me stesso, e con ciascuno ho cercato, in questi anni, di stringere e rafforzare quel legame personale senza il quale non ci può essere piena collaborazione. Ho conosciuto e portato in me le gioie e le fatiche del vostro ministero, ringraziando ogni giorno Dio per il bel presbiterio che ha voluto concedermi. Questo amore che Dio ci ha donato, niente lo potrà cancellare. Sarete sempre nel mio cuore.

Cari amici, insieme abbiamo fatto una stupenda esperienza di Chiesa. Insieme, abbiamo imparato ad amare la Chiesa. Insieme, abbiamo imparato a essere Chiesa. E, da pastore, io ho visto crescere questa Chiesa; l’ho vista avvicinarsi al Signore, con passo a volte celere, a volte più rallentato ma sempre, sempre con lo sguardo fisso a Lui. Siate certi di essere nel cuore della mia preghiera: a partire dall’amore del primo giorno, a partire dal primo Magnificat”. Un lungo, scrosciante applauso ha  accolto le parole del vescovo, un vescovo che in questa diocesi ha lasciato una segno profondo. 

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