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Uso richiami vietati
cacciatori denunciati

Due persone, R. L. e F. M.,  sono state sorprese dagli agenti della polizia provinciale di Cosenza nelle campagne di Cassano allo Jonio mentre erano intente ad esercitare la caccia in forma vagante utilizzando un richiamo elettromagnetico il cui suono, amplificato, riproducente quello delle quaglie, si sentiva a distanza. Il dispositivo è vietato dalla legge,  I due sono stati denunciati  e si sono visti sequestrare i fucili, le relative munizioni, nove capi di fauna abbattuta e il  richiamo. Soltanto pochi giorni fa a San Giovanni in Fiore, la Polizia Provinciale ha denunciato altri due cacciatori, poiché sorpresi a portare ed utilizzare le armi, senza possedere il richiesto porto di fucile. Uno dei fenomeni più diffusi, purtroppo, è quello di “richiamare”, durante la notte, la fauna selvatica in un determinato luogo, avvalendosi di congegni acustici riproducenti il canto delle specie che s’intende abbattere, al fine di poter esercitare l’attività venatoria, il mattino seguente, in maniera più semplice e proficua ma, ovviamente, del tutto illecita.Due persone, R. L. e F. M., entrambi residenti a Cassano allo Ionio, sono state sorprese dagli agenti della polizia provinciale di Cosenza nelle campagne di Cassano allo Jonio mentre erano intente ad esercitare la caccia in forma vagante utilizzando un richiamo elettromagnetico il cui suono, amplificato, riproducente quello delle quaglie, si sentiva a distanza. Il dispositivo è vietato dalla legge,  I due sono stati denunciati  e si sono visti sequestrare i fucili, le relative munizioni, nove capi di fauna abbattuta e il  richiamo. Soltanto pochi giorni fa a San Giovanni in Fiore, la Polizia Provinciale ha denunciato altri due cacciatori, poiché sorpresi a portare ed utilizzare le armi, senza possedere il richiesto porto di fucile. Uno dei fenomeni più diffusi, purtroppo, è quello di “richiamare”, durante la notte, la fauna selvatica in un determinato luogo, avvalendosi di congegni acustici riproducenti il canto delle specie che s’intende abbattere, al fine di poter esercitare l’attività venatoria, il mattino seguente, in maniera più semplice e proficua ma, ovviamente, del tutto illecita.

  

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