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Sangue infetto, allerta
nazionale sul sapone

  Alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, è bastato leggere le prime pagine del rapporto dei Nas per capire come vanno le cose all’ospedale di Cosenza. Poche pagine per decidere di spedire all’“Annunziata”, già prima di Ferragosto, i suoi ispettori. La morte di Cesare Ruffolo non è solo un caso giudiziario. I detective ministeriali dovranno verificare le criticità che i carabinieri per la Tutela della salute hanno evidenziato per iscritto nella loro dettagliata informativa. Tutto questo, mentre l’inchiesta sul sangue infetto va avanti. Ieri i “camici bianchi” dell’Arma sono stati nell’ospedale di San Giovanni in Fiore da dove la sacca col plasma contaminato sarebbe partita per arrivare un paio d’ore dopo a Cosenza, la sera del 3 luglio scorso. I Nas hanno acquisito gli “accertamenti” sul sapone utilizzato dai sanitari per l’igiene delle mani e nel quale venne isolato il germe patogeno rinvenuto poi nella sacca di sangue. Prima di lasciare la struttura, hanno lanciato l’allerta nazionale sul detergente sequestrato. Si tratta d’un sapone prodotto da una azienda che ha sede nel Nord Italia. Ieri, intanto, il sottosegretario Fadda ha risposto all’interrogazione Pd. Nelle sue conclusioni i parlamentari democrats e Cinque Stelle intravedono la bocciatura della gestione commissariale della sanità regionale.

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