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Truffa santuario
preti contro frati

Rotto quel tradizionale muro solidalistico, quella difesa, o almeno quel silenzio protettivo che da sempre accompagna gli scandali della chiesa? Pare proprio di si a giudicare dalla dura reprimenda di mons. Fausto Cardamone, sacerdote della curia di Cosenza e parroco di San Nicola, una delle chiese più importanti della città dei bruzi, sulla presunta truffa ai danni del santuario di San Francesco di Paola ovvero quel milioni e mezzo, frutto delle offerte dei fedeli, utilizzato per speculazioni in borsa e sparito dal conto. Un ammanco su cui sta indagando la procura di Paola coadiuvata dalla fiamme gialle, ammessa da Padre Rocco Benvenuto, rettore del santuario, ma stranamente non denunciata all’autorità giudiziaria  dai frati, fino a quando la notizia non uscita sulla  stampa. Ebbene don Fausto Cardamone non ha fatto sconti, non ha usato parole di circostanze, ma è andato giù pesante: “I frati – ha tuonato durante l’omelia – hanno tradito l’insegnamento di San Francesco. Come è possibile accumulare tanta ricchezza? Comprensibile per un laico, non cosi per la chiesa che ha principi, leggi, regole ben diverse. I soldi devono servire per realizzare opere, per sostenere le comunità religiose per fare del bene, non certo per speculazioni finalizzate all’arricchimento. Io non so i dettagli della vicenda – ha continuato il sacerdote, ma resto perplesso di fronte a certe cifre: un milione e mezzo, tre miliardi delle vecchie lire!. E poi un riferimento al recente passato. Nella diocesi abbiamo avuto lo scandalo più grande d’Italia, quello del Papa Giovanni 23° di Serra d’Aiello (di proprietà della curia). Tanti soldi spariti nel nulla, tanta sofferenza, tanti posti di lavoro persi. Una ferita profonda per la chiesa cosentina che avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Don Fausto Cardamone non manca di richiamare il messaggio forte lanciato da Papa Francesco dal primo istante del suo insediamento e che ha scosso milioni di persone. Bisogna tornare ad una chiesa evangelica ed evangelizzante, sobria, non legata alla ricchezza, ai privilegi, al potere, al carrierismo. E quanto successo a Paola deve far riflettere. Una brutta storia su cui si attende che la magistratura faccia luce, condannata dall’arcivescovo di Cosenza, mons. Nunnari, che però, che contrariamente a don Fausto Cardamone, ha avuto parole di vicinanza e di stima per i frati del Santuario, considerate vittime di un brutto raggiro. Ma la posizione del parroco di San Nicola sicuramente farà discutere.  

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