Singolare esperienza per un medico della rianimazione dell’ospedale di Cetraro, che stanco d’attendere il cambio, per trenta ore e stremato per le continue emergenze e soprattutto con molta responsabilità nei confronti dell’utenza, ha telefonato al posto fisso di polizia di Cetraro che dipende dal commissariato di Paola. Evidentemente non sapeva più a chi chiedere aiuto quel medico. Si presume che abbia digitato le tre cifre del numero d’emergenza dopo aver tentato, invano, in altri uffici della sua amministrazione. I poliziotti che hanno raggiunto dopo un po’ l’ospedale non hanno potuto far altro che constatare, ufficialmente, lo stato delle cose: di più – se si dovesse escludere la presunta, ovvia, manifestazione di solidarietà nei confronti del professionista – non era possibile. Gli agenti dopo sono andati via. Le risultanze di quanto hanno visto e sentito in quella struttura sanitaria le annoteranno in una relazione, che tutti sperano – compreso il medico che, per una questione di responsabilità professionale, nel frattempo avrà totalizzato quaranta e più ore di lavoro continuo e senza sosta – arrivi presto sulla scrivania di qualche magistrato, di buona volontà, disposto a far piena luce su questa vicenda che per carità semantica si potrebbe definire semplicemente: incresciosa.
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