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Mare sporco?
Arpacal conferma

mare sporco

L’operazione “Calipso”, condotta dal Corporestale dello Stato e dalla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, che ha portato al sequestro di dieci depuratori di comuni dello ionio cosentino, confermano il quadro d’allarme delineato da tempo dall’ARPACAL grazie anche alle segnalazioni raccolte a partire dagli inizi di luglio dal Numero Verde dell’Agenzia nell’ambito dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”.   Nell’edizione del 2012, infatti, sul totale delle segnalazioni ricevute, la costa jonica cosentina occupava soltanto l’1,47% del totale, mentre in questa prima fase dell’edizione 2013, la stessa area interessa l’11,66% delle complessive segnalazioni raccolte. “La spia che la situazione stesse presentando qualche emergenza nell’area jonica cosentina – commenta il direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Oscar Ielacqua - era stata accesa già dagli operatori del nostro Numero Verde, raffrontando i dati 2013 con quelli del 2012. Al di là dell’esito delle analisi scientifiche, che hanno standard e tempi da seguire, e di quelle giudiziarie, la percezione da parte dell’utenza che qualcosa non stesse andando per il verso giusto è stata pressoché immediata”. Anche il nuovo aggiornamento delle statistiche vede, più in generale, la provincia di Cosenza balzare al comando della classifica delle province maggiormente segnalate al Numero Verde Arpacal. La provincia bruzia, infatti, sale al primo posto, passando dal 32 al 38% delle segnalazioni totali; Catanzaro scende di una posizione, occupando il secondo posto della classifica con un 26%, mentre nel precedente monitoraggio aveva il 33%. Vibo Valentia si mantiene stabile al 16%; leggero calo per Reggio Calabria, che passa dal 12 all’11%, mentre Crotone sale dal 7 al 9% sul totale delle segnalazioni ricevute.

 

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