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Ripreso il processo
per disastro ambientale

E’ iniziato stamani davanti la corte d’assise di Cosenza il processo sul fiume Oliva che vede imputati “per disastro ambientale ed avvelenamento delle acque” l’imprenditore di Amantea Cesare Coccimiglio ed altre quattro persone proprietarie di terreni risultati contaminati. Un dibattimento atteso che dovrà fare piena luce sul gravissimo inquinamento ambientale nella vallata del fiume Oliva, tra Amantea, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea sul tirreno cosentino,  in cui negli anni sono stati depositati rifiuti pericolosi. L’inchiesta avviata dalla procura di Paola ha acclarato, grazie alle campagne di carotaggio effettuate, l’interramento di oltre centomila metri cubi di rifiuti industriali contaminati da metalli pesanti e Cesio 137. Per un certo periodo si era anche sospettato che vi fossero stati interrati i presunti fusti della Jolly Rosso la nave arenatasi lungo la spiaggia di Amantea nel ’90. Nel processo si dovrà fare luce anche sul pescatore morto per tumore e  che su questo fiume si recava spesso  con un amico attualmente gravemente malato per le stessa causa. Presenti all’udienza di stamattina i legali dei Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello, già ammessi come parte civile e quelli della regione, del ministero dell’ambiente, del WWF, di Legambiente, del VAS, dell’ANPANA e del Comitato civico “Natale De Grazia” che hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile. Il processo è stato aggiornato al 2 ottobre prossimo per dar modo alla corte, presieduta da Atonia Gallo, di vagliare questo lungo elenco. Poi finalmente si entrerà nel vivo. 

 

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