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Magorno a Cancellieri
"sollecitare giustizia"

Il caso di Pompeo Panaro approda in parlamento. IL deputato cosentino del PD, Ernesto Magorno, ha presentato, in  Commissione Giustizia  un’interrogazione  a risposta  orale al Ministro Anna Maria Cancellieri,  sul caso di Pompeo Panaro chiedendo “ferma restando l'autonomia dell'autorità giudiziaria “ di quali elementi disponga il Governo nell'ambito delle sue responsabilità su una vicenda adombrata da troppe omissioni, incongruenze e punti oscuri e su cui, la  DDA di Catanzaro, dopo le numerose sollecitazioni del figlio Paolo Panaro, nell’aprile scorso ha riaperto il caso precedentemente archiviato come omicidio a carico di ignoti.  “Pompeo Panaro, commerciante e consigliere comunale della Democrazia cristiana,  è scomparso la sera del 28 luglio del 1982 a Paola – scrive Magorno nell’interrogazione -  le modalità della scomparsa e le successive vicende fecero pensare subito ad un caso di “lupara bianca”,  dato anche il particolare momento storico che si stava vivendo, caratterizzato da ripetuti episodi legati alla criminalità organizzata. L’anno dopo, nelle campagne di Paola, la polizia ritrovò parti dello scheletro di Panaro, una scarpa e dei frammenti di pantalone dello stesso colore di quello che l’uomo indossava al momento della scomparsa. Tutto venne catalogato dagli agenti della polizia e consegnato alla magistratura.  Il 10 febbraio del 1984, con atto formale firmato dal sostituto procuratore della Repubblica dell’epoca vennero restituiti alla famiglia i resti della vittima che scomparvero e che sembrerebbero trovarsi nel cimitero di Paola dentro un loculo senza lapide. Di tutta questa fase non c’è però traccia nei registri cimiteriali, mentre negli uffici del comune tirrenico non esiste la certificazione dell’avvenuto seppellimento di Panaro. Nonostante il ritrovamento di parte del cadavere e la formale restituzione ai congiunti, avvenuta ventinove anni addietro, il decesso di Panaro sarebbe  nei registri anagrafici municipali ancora solo “presunto”.  Paolo Panaro, il figlio di Pompeo – ha concluso Magorno – non va lasciato solo nella sua coraggiosa e tenace battaglia  per conoscere la verità, su di un fatto così terribile e doloroso sul quale la Procura Antimafia di Catanzaro ha ripreso ad indagare”.

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