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Caso Bergamini,
parla Gigi Simoni

E' stato l'artefice del loro primo incontro, il più caro amico nello spogliatoio e con il quale ha condiviso quattro anni di vita sportiva nella stessa casa, tra allenamenti, ragazze, feste e tante confidenze. Gigi Simoni, ex calciatore e omonimo dell'ex allenatore interista, era uno degli amici più fidati di Donato 'Denis' Bergamini morto - suicida, si disse all'epoca - il 18 novembre 1989, sodale nella vita calcistica come in quella quotidiana e non ha mai creduto a quella versione. Oggi, appreso dell'avviso di garanzia per concorso in omicidio volontario notificato a Isabella Internò, ex fidanzata di Donato, non cade dalle nuvole: "E' il primo passo verso la verità, una verità attesa 24 anni - dice Simoni al telefono con l'Ansa - Adesso spero che Denis trovi finalmente pace nell'aldilà e la sua famiglia la giusta serenita". "Ho sentito delle ultime novità e sono contento che qualcosa si stia muovendo anche se tutti siamo innocenti fino all'ultimo grado di giudizio. La tesi del suicidio non ha mai retto - ripete l'ex n.1 del Cosenza - chi conosceva Denis non ha mai pensato che potesse fare un gesto del genere, lo pensava all'epoca e a maggior ragione lo pensa oggi, ancor di più dopo le decisioni della magistratura. In noi amici non è mai morta la speranza di vedere un giorno la verità uscire fuori e di pensare che Denis non si sia tolto la vita". Il rapporto tra Denis e Isabella, ricostruisce Simoni, "é sempre stato tumultuoso, ma è normale considerando che noi calciatori siamo comunque personaggi 'appetibili' per le ragazze. Isabella la ricordo come una ragazza possessiva e gelosa, come tutte le ragazze del sud. Io ho vissuto 4 anni con Denis, compagni di casa e ho visto passo passo l'evoluzione del loro rapporto che è stato a volte litigioso ma mai 'pericoloso'. Io all'epoca del fatto ero a Pisa, ero stato ceduto l'anno prima, e mai, ripeto mai, avrei pensato potesse accadere una cosa del genere. Nei 4 anni anni in cui ho vissuto con lui a Cosenza non ho mai visto quel rapporto come un pericolo. Uscivamo insieme, andavamo a cenare e a ballare insieme, ho assistito a qualche litigio, ma poi tutto tornava come prima. Denis veniva da me, un giorno mi diceva che si era lasciato e tempo dopo tornava e ripeteva che aveva ripreso a vedere Isabella "perché - mi diceva - mi piace troppo". Donato era un tipo chiuso e riservato e non ha mai negato, a me per primo, che Isabella gli piacesse tanto. Denis era un professionista serio, per lui prima di tutto veniva il calcio e poi il resto, zero scappatelle. Mai stato playboy o sciupafemmine anche se aveva 20 anni e come tutti i ragazzi di quell'età le ragazze gli piacevano. Sono stato io tra l'altro a presentare Isabella a Denis. Io ero a Cosenza già da un anno e l'avevo conosciuta. Quando lui arrivò una sera gliela presentai e da lì è cominciato tutto. Diciamo che sono stato io, purtroppo, l'artefice del loro incontro. Certo, quello che successo dopo è accaduto ben 4 anni dopo, un rapporto tra altri e bassi ma mai un rapporto 'pericoloso'. Io poi fui trasferito al Pisa e con Denis ci sentivamo spesso anche se non la quotidianità che oggi possono permettere il cellulare o internet che all'epoca non c'erano. Ricordo che lo sentii pochi giorni prima ed era sereno e tranquillo, nulla che potesse far presagire quello che poi è accaduto".(ANSA).

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