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Bimbo salva la mamma
aggredita dal padre

L’infinito coraggio di un bambino. Un piccolo di appena cinque anni che, di fronte alla violenza brutale nei confronti della sua mamma, non ha esitato a scagliarsi contro il padre. Un gesto eroico, dettato dall’istinto di protezione, che ha permesso alla donna che ha tenuto quello scricciolo in grembo di poter finalmente denunciare le angherie subite dall’ex marito. Si sono vissuti momenti carichi di panico e tensione sabato sera a Marano Marchesato, un piccolo centro alle porte di Cosenza, dove un uomo s’è improvvisamente sfogato con tutta la forza che aveva in corpo contro la ex moglie al culmine di una vera e propria persecuzione che a quanto pare durava ormai da tempo. Il quarantaquattrenne R. E. (il riserbo sulla sua identità viene mantenuto per tutelare le sfortunate vittime di questa vicenda), intorno alle 20.30, ha incrociato in via del Carmine l’auto della quarantunenne da cui s’era separato. Rabbioso all’inverosimile, l’uomo ha bloccato il veicolo iniziando ad inveire contro la madre dei suoi bambini. Poi, all’improvviso, ha mandato in frantumi il finestrino al lato guida, scaraventando fuori dall’abitacolo l’ex moglie. In quei drammatici istanti R. E. ha ripetutamente colpito la donna, trascinandola addirittura sull’asfalto. Il figlio maggiore della coppia (il secondogenito di tre anni non era presente), seduto in auto dal lato del passeggero, ha assistito terrorizzato a quell’assurda scena di violenza. Ma ha capito, nonostante la tenera età, che non poteva lasciare sola la madre. E nel suo cuoricino ha trovato la forza per reagire: è così sceso dalla macchina e ha cercato di fermare quella follia, sferrando anche qualche calcio verso il papà. Nel frattempo un residente della zona, attirato dalle urla della vittima, s’è affacciato dal balcone e ha iniziato a gridare: «Basta, basta, ora chiamo i carabinieri ». A quel punto, davanti alla reazione del figlio e al rischio di essere acciuffato, R. E. ha mollato la presa e s’è immediatamente dileguato da via del Carmine. Pochi minuti dopo sono giunti a Marano Marchesato i militari dell’Arma di Castrolibero, guidati dal maresciallo Vincenzo Cozzarelli, che hanno soccorso la quarantaduenne e il figlioletto per poi mettersi sulle tracce dell’aggressore. I carabinieri agli ordini del colonnello Francesco Ferace e del tenente Alberto Fontanella, rispettivamente comandante provinciale e comandante della Compagnia di Cosenza, hanno quindi utilizzato uno stratagemma per far cadere R. E. nella loro rete: conoscendo bene l’uomo per via dei suoi precedenti guai con la giustizia, lo hanno contattato telefonicamente fingendo di non sapere nulla dell’accaduto. Una chiamata che s’è presto trasformata in una convocazione in Caserma per il disbrigo di alcune pratiche burocratiche. Il quarantaquattrenne c’è cascato in pieno: s’è presentato negli uffici dell’Arma e lì è stato ammanettato e trasferito in carcere con l’accusa di aver aggredito l’ex moglie procurandole ferite giudicate guaribili in sette giorni dai medici dell’ospedale di Cosenza. Il magistrato di turno in Procura, il pm Giuseppe Visconti, contesta tuttavia ad R. E. anche il reato di stalking. Perché la madre dei suoi figli, sconvolta dall’accaduto, ha trovato la forza per liberarsi da quell’angoscia che la perseguitava da mesi raccontando ai carabinieri una triste storia di violenza e sopraffazione. L’uomo, subito dopo la separazione, l’avrebbe infatti molestata a ripetizione, minacciando più volte pesanti vendette pure nei confronti di immaginari amanti. La donna, travolta dalla vergogna e per non provocare un ulteriore choc ai bambini, non avrebbe comunque mai reciso del tutto i contatti con l’ex marito. Ma questa titubanza le stava costando molto cara. Il 14 aprile scorso, ha detto in lacrime ai carabinieri, R. E. si sarebbe addirittura presentato sul suo posto di lavoro, inveendo e cercando di aggredirla. In quella circostanza i colleghi della quarantaduenne erano riusciti a far desistere l’uomo dai suoi intenti. Fino a sabato scorso. Quando il coraggio di un bimbo e la prontezza di riflessi di un ignaro signore hanno evitato il peggio.

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