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Far West in pieno giorno,
arrestati 4 giovani

In pieno giorno e nel bel mezzo di un centro abitato, un commando colpisce a randellate due persone e inizia a sparare, inseguendo le vittime anche per strada. Tra le 11.45 e le 12 di ieri a Schiavonea, la popolosa frazione marinara di Corigliano, in fondo a via Maiorana, una vettura con quattro persone a bordo si ferma nei pressi dell’officina dei fabbri Ielo. Dalla macchina le quattro persone scendono incappucciate e s’infilano velocemente nell’officina, si sente gridare e poi si sentono le esplosioni di diversi colpi d’arma da fuoco. Secondo le prime ricostruzioni dei fatti accaduti, i componenti del commando entrano nell’officina, raccolgono tra gli attrezzi un bastone di legno ed una spranga di ferro ed incominciano a malmenare il trentenne Salvatore Martilotti e il suo datore di lavoro, il cinquantenne Espedito Ielo. I colpi sono tremendi ed il sangue schizza sulle pareti. Poi uno degli aggressori estrae un piccola pistola e fa fuoco puntando la canna verso il pavimento. Sono attimi di terrore, alcune persone dai balconi gridano impaurite e qualcuno compone subito il 112. Improvvisamente Salvatore Martilotti, ferito a pistolettate alla gamba sinistra, riesce a fuggire e scappa per circa duecento metri per strada, inseguito dal commando armato che, in base alle prime ricostruzioni, sembra esplodere ancora qualche colpo di pistola. Salvatore raggiunge un’officina meccanica vicina e vi si getta all’interno: lì ci sono il titolare e un cliente che rimangono bloccati dalla paura. Gli uomini incappucciati si avvicinano ma capiscono che ci sono troppi testimoni. Inizia a questo punto la fuga. In lontananza si sentono già le sirene dei carabinieri che stanno per arrivare sul posto. Nel frattempo le telefonate al 112 si moltiplicano e i militari chiedono l’intervento anche di un elicottero dell’Ottavo elinucleo dell’Arma. Dopo pochi minuti i carabinieri giunti sul posto si rendono conto della gravità dell’accaduto e raccolgono le prime informazioni del caso, contattano il 118 e danno l’allerta perché si cerchi una Lancia Y di colore grigio. Mentre soccorro i feriti ed incominciano a delimitare la zona della sparatoria con i nastri bianchi e rossi arriva la notizia che l’auto è stata bloccata nei pressi di Sibari grazie all’intervento degli uomini in forza della Tenenza di Cassano, supportati dall’alto dai colleghi in elicottero. In tre vengono immediatamente bloccati e condotti nella caserma di Corigliano, mentre un quarto riesce a fuggire scappando tra i campi di Sibari. Le indagini a Schiavonea continuano alacremente, anche alla presenza del pm di turno della Procura di Rossano: i due feriti vengono portati presso gli ospedali di Corigliano e Rossano, nell’immediato le prognosi restano riservate, anche se entrambi non corrono pericolo di vita. I carabinieri intanto si muovono su tre fronti, con la scientifica fanno i rilievi nella zona della sparatoria, il gruppo di Cassano cerca il quarto sfuggito all’arresto e altri militari della Compagnia coriglianese perquisiscono la Lancia Y all’interno della quale vengono trovati i passamontagna usati per l’agguato, la pistola calibro 6,35 che ha sparato, alcuni guanti in plastica gialli, usati forse per non lasciare tracce. Nel pomeriggio si apprende che i carabinieri hanno arrestato anche il quarto componente del commando. Finiscono così in manette: il 24enne Francesco Basile di Villapiana, (assegnato ai domiciliari), il fotografo 23enne Silvano Ritiro (in carcere), il 21enne Gaetano Caputo (il fuggitivo poi rintracciato nei pressi della sua abitazione, anche lui finito in carcere) e un quindicenne (trasferito a Catanzaro nell’istituto di prima accoglienza per minori). Tutti devono ora rispondere di tentato omicidio, ricettazione e porto abusivo d’arma da fuoco. Il movente del raid è ancora sconosciuto.

 

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