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In manette per pedofilia,
protestano i familiari

È stato tratto in arresto per violenza sessuale aggravata e continuata su minore. Ma i familiari di Antonio Apa, coriglianese di 44 anni già noto alle forze dell’ordine, non ci stanno. E ieri mattina, durante l’esecuzione della misura cautelare, hanno protestato vibratamente per un’accusa che ritengono ingiusta. L’uomo, tuttavia, è sott’inchiesta per un reato gravissimo: aver abusato di una bambina di appena undici anni. I carabinieri della Compagnia coriglianese, guidati dal capitano Pietro Paolo Rubbo, subito dopo la denuncia presentata dalla vittima hanno avviato una delicatissima indagine. Valutati gli elementi raccolti dagli investigatori, il pm rossanese Simona Rizzo ha inoltrato la richiesta di custodia cautelare al giudice per le indagini preliminari. Quest’ultimo, nei giorni scorsi, ha accolto l’istanza dell’a ccusa delegando ai carabinieri la notifica dell’arresto. I fatti contestati risalgono all’estate del 2012, quando l’uomo in più occasioni avrebbe compiuto atti sessuali con la minorenne. E la fattispecie di reato si classifica nella categoria della pedofilia, essendo la vittima minore di quattordici anni. La ragazzina, prima di esternare tutto il suo disagio nella denuncia giunta nelle mani del procuratore Leonardo Leone De Castris e del suo sostituto Rizzo, avrebbe iniziato ad assumere atteggiamenti differenti rispetto al passato, chiudendosi in se stessa. Come spesso capita in queste situazioni, il minore ha evidenziato una situazione di abuso sessuale dapprima in forma implicita iniziando a descrivere una condizione di anomalia. La vittima in questo caso avrebbe manifestato comportamenti erotizzati, incongrui rispetto all'età, ed atti autolesionistici privi di una comprensibile spiegazione. Da qui il campanello d’allarme per i parenti della ragazzina, che solo successivamente è arrivata a rivelare il suo trauma. Ovviamente il racconto della ragazzina è stato vagliato in maniera molto attenta dagli organi inquirenti e soprattutto dai periti incaricati dalla Procura. La stessa perizia che verrà applicata dai giudici chiamati a decidere del destino di Apa. Perché solo dopo l’ultimo grado di giudizio si potrà esprimere una certezza su una vicenda che ancora si presenta decisamente oscura. L’operaio si professa del resto innocente e tale va considerato fino alla fine dell’eventuale processo al quale verrà sottoposto. Una convinzione che i suoi familiari ieri hanno esternato in maniera palese, difendendo a spada tratta il loro parente. Non sono comunque mancati gli attimi di tensione, anche se la traduzione dell’arrestato nel carcere di Rossano è avvenuta senza particolare difficoltà. Adesso per Antonio Apa inizia tutta la trafila dell’i n t e rrogatorio di garanzia e della sicura richiesta di scarcerazione che da qui a breve presenteranno i suoi difensori. I suoi familiari non possono far altro che attendere gli esiti dell’i nchiesta. Così come la vittima e i suoi parenti alla ricerca di giustizia.

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