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Racket violento
nel Savuto

Da mesi, ormai, Cosenza e la sua provincia sono ripiombate nell’emergenza racket, schiacciate dall’offensiva criminale. I “signori del pizzo” hanno ripreso il controllo delle attività produttive e tutti, piccoli e grandi imprenditori sono costretti a versare il “fiore”. I boss pretendono tutto. Prima vogliono i soldi offrendo in cambio la protezione che significa “tranquillità”. Poi, impongono i loro amici fornitori dai quali, e solo da loro, acquistare materiali. I fascicoli aperti negli uffici di Procura per danneggiamento sono tutti iscritti contro ignoti. L’ultimo episodio su cui è stato aperto un fascicolo è il rogo che ha incenerito un escavatore di proprietà d’una impresa che sta eseguendo lavori di rifacimento del manto stradale, a Mangone, sulla Provinciale 57 per Grimaldi, nel regno di una delle più potenti ’ndrine cosentine. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i detective dell’Arma di Rogliano, guidati dal capitano Giovanni Caruso. Il mezzo era stato parcheggiato sul ciglio stradale. Le lingue di fuoco lo hanno avvolto di notte. Dai primi accertamenti sarebbero emerse tracce di dolo anche se gli inquirenti mantengono il più assoluto riserbo. L’imprenditore ha spiegato di non aver ricevuto richieste particolari, nessuno si sarebbe presentato sul cantiere per offrire protezione.

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