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Chiuse le indagini
su Scopelliti

  La bomba scoppiò esattamente un anno fa, quando al governatore Scopelliti fu notificato un invito a comparire. Adesso, alla scadenza esatta dei dodici mesi giunge la conclusione delle indagini preliminari a carico del presidente della Regione. Ed è un passaggio, quello compiuto dal pm di Catanzaro Gerardo Dominijanni, che rappresenta il preludio alla probabile richiesta di rinvio a giudizio. Il nome di Scopelliti compare da solo nell’avviso fatto notificare in queste ore: l’accusa è tentato abuso d’ufficio. Sullo sfondo dell’inchiesta c’è la sanità, settore caldissimo e particolarmente “scivoloso” per i politici in Calabria come in tutto il resto del Paese. Non a caso, Scopelliti è indagato non tanto nelle vesti di presidente della Regione quanto di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario. Sotto i riflettori della Procura catanzarese è finito un accordo fra la Regione e l’Aiop, l’Associazione italia ospedalità privata; è il cosiddetto “Patto di legislatura” che, secondo l’accusa, avrebbe potuto procurare all’Aiop «un ingiusto vantaggio patrimoniale», arrecando allo stesso tempo un potenziale «danno ingiusto alla Regione» derivante «dalla mancata erogazione dei fondi statali relativi al comparto sanitario». La scelta del condizionale non è casuale: la contestazione si limita infatti al tentativo di abuso d’ufficio, considerato che «l’evento non si è verificato per l’intervento del sub commissario per l’attuazione del piano rientro, gen. Luciano Pezzi». Secondo l’accusa, l’accordo con l’Aiop sarebbe stato stipulato in violazione della legge 191 del 2009 e di una delibera di Giunta regionale sempre del 2009, che prevedono entrambe l’obbligo di sottoporre gli atti che incidono sul Fondo sanitario regionale al preventivo parere dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e della Salute nell’ambito del cosiddetto “tavolo Massicci”. Insieme a Scopelliti la contestazione di tentato abuso d’ufficio è stata formulata anche a carico di Francesco Zoccali, direttore generale della Presidenza della Regione; l’avviso di conclusione delle indagini riporta, tuttavia, soltanto il nome del governatore, passaggio che lascia ipotizzare nei confronti del manager una possibile richiesta di archiviazione. Restano aperti altri filoni d’indagine legati da un quadruplo comune denominatore a quello dell’Aiop, cioè il coinvolgimento di Scopelliti, il settore della sanità, l’ipotesi di tentato abuso d’ufficio e il fatto che gli inviti a comparire del febbraio 2012 riportassero anche altri due specifici capi d’imputazione. Si tratta, nello specifico, dell’adozione del protocollo d’intesa tra Regione e Università Magna Græcia di Catanzaro (risalente al dicembre 2010) e dell’approvazione del regolamento attuativo per l’autorizzazione al funzionamento e all’accreditamento dei centri socio- riabilitativi per disabili e la riconversione dei servizi già Siad gestiti da Fondazione Betania Onlus (aprile 2011). Su questi ultimi due fronti, per i quali risultano indagati anche l’assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani, il direttore generale del dipartimento Salute Antonino Orlando e il suo “vice” Concettina Di Giesu, le indagini sarebbero dunque ancora aperte, anche se pure in questo caso la scadenza dei termini lascerebbe ipotizzare determinazioni ormai imminenti da parte della Procura della Repubblica. Gli indagati, a partire da Scopelliti, si sono sempre professati innocenti. ll governatore fu sentito dal pm Dominijanni il 14 marzo scorso e l’interrogatorio, nel corso del quale Scopelliti era assistito dagli avvocati Nico D’Ascola e Aldo Labate, durò circa due ore alla presenza anche del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. All’uscita dal Palazzo di Giustizia il governatore, assediato dai cronisti, disse di avere spiegato al magistrato le scelte compiute, atti di mero orientamento che non hanno prodotto alcun effetto perché revocati dallo stesso ufficio del commissario anche sulla scorta delle indicazioni del “tavolo Massicci”. Ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, il presidente della Regione ha adesso venti giorni di tempo per chiedere di essere riascoltato, depositare memorie o produrre i risultati di eventuali indagini difensive.

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