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Minotauro "Si muoveva nella politica
torinese". Ecco le motivazioni

tribunale torino

''Appare evidente che la compagine criminale è attiva nel muoversi nelle dinamiche politiche intercorrenti sul territorio piemontese e in particolare nella provincia di Torino". Lo scrive il gup Cristiano Trevisan, del tribunale di Torino, nelle motivazioni della sentenza del processo di 'ndrangheta chiamato Minotauro che si e' chiuso, per quanto riguarda la parte del giudizio abbreviato, con 58 condanne lo scorso ottobre. Il giudice, fra l'altro, dedica una parte del documento (lungo 2.504 pagine) al tentativo di presunti affiliati di condizionare le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco di Torino nel 2011. Si parla anche di un tentativo di procurare voti a Piero Fassino ma anche ad almeno un altro candidato, che però nelle motivazioni non viene menzionato. Non risulta però che entrambi fossero a conoscenza del tentativo né sono mai stati indagati dalla procura nell'ambito del procedimento.

Dalla lettura delle motivazioni si ricava che, nel 2011, il deputato Domenico Luca' (Pd) contattò Salvatore Demasi, che nelle carte del processo viene indicato come il capo del "locale" di Rivoli (Torino), e gli chiese di "attivarsi per ottenere e reperire consensi" per la candidatura di Fassino alle primarie. In una delle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti, Demasi comunica di avere provveduto "per il nostro amico", anche se "la battaglia è complicata" perché "anche l'altro si è dato da fare"; e Lucà conferma che l'avversario (che altrove indica in Davide Gariglio) "si è dato molto da fare con i calabresi". Sono numerosi gli episodi di tentativo di condizionamento della politica che il giudice Trevisan elenca nella sentenza. Demasi, per esempio, ha avuto contatti, a vario titolo, con Gaetano Porcino, deputato Idv, il consigliere regionale Antonino Boeti (Pd), l'assessore all'istruzione del comune di Alpignano, Carmelo Tromby (Idv), e si è interessato alla campagna elettorale per l'elezione a sindaco di Cirié del candidato Francesco Brizio Falletti. E' inoltre "altamente rappresentativo dell'influenza che la 'ndrangheta assume nella vita democratica'' l'incontro del 2009 fra i presunti boss e Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro, che all'epoca era candidata del Pdl alla Provincia di Torino. Il giudice afferma inoltre che già nel 2003 uno degli esponenti dei "locali" aveva "intravisto nell'allora assessore regionale ai lavori pubblici, Caterina Ferrero, un possibile referente, a dire degli interlocutori, per l'aggiudicazione di lavori". Si citano poi episodi avvenuti nei paesi di Leinì, Castellamonte, Borgaro Torinese. E tutti sono, in generale, "alquanto eloquenti - commenta il gup Trevisan - per comprendere come gli uomini della consorteria intendano i rapporti con gli uomini politici in termini di continuo sinallagma tra favori fatti e favori da rendere. Ciò non può non allarmare, indipendentemente dall'eventuale buona fede del candidato politico".

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