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E' scontro sindaco-regione
sul piano dei Beni Culturali

francesco di leone sindaco morano calabro

Il sindaco di Morano Calabro, Francesco Di Leone, non manda giù l’esclusione dai finanziamenti regionali per i beni culturali del suo comune e sferra un duro attacco all’assessore regionale Mario Caligiuri su due fronti. Il primo il fatto che l’esponente di governo che pur dopo il sisma del 26 ottobre scorso aveva espresso vicinanza alle popolazioni del Pollino e piena disponibilità sollecitando al sindaco di Morano il quadro degli interventi urgenti sui beni culturali danneggiati dal terremoto anziché occuparsene direttamente si è limitato, come scrive il sindaco Leone,  a rigirare “la segnalazione alla Direzione Regionale per i Beni Culturali, al Sottosegretariato regionale alla Protezione Civile, al Comando Tutela e Patrimonio Culturale dell’arma dei Carabinieri”, enti, istituzioni che non dispongono di risorse. Un primo tradimento delle promesse fatte e dell’interessamento che, per il primo cittadino, appare oggi più formale che reale. L’altro fronte di risentimento del sindaco Leone è l’esclusione di Mormanno dall’elenco di opere finanziabili con il piano regionale dei Beni Culturali, 70 interventi in 58 comuni per 45 milioni di euro,  illustrato nei giorni scorsi nonostante il comune di Morano sia ricco di patrimonio artistico-storico-culturale e nonostante il comune abbia presentato numerosi progetti. “Che delusione – scrive il sindaco - constatare che uno dei Borghi più belli d’Italia, pluridecorato, Bandiera Arancione, riconosciuto a livello internazionale come uno dei centri più caratteristici e prestigiosi dell’intera Calabria venga poi, de facto, sottovalutato e respinto proprio da chi dovrebbe, prima d’altri e più d’altri, sponsorizzarlo e sostenerlo. Possibile che il nostro museo di Storia dell’agricoltura e della Pastorizia, considerato tra i meglio attrezzati del Meridione, o la chiesa Collegiata di Santa Maria Maddalena, sfregiata dal recente movimento tellurico, o il complesso monastico quattrocentesco di san Bernardino da Siena, ma lo stesso palazzo comunale (XV sec), il Castello Normanno, la Chiesa dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo non siano degni delle Sue premure?”. 

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