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Vescovo indagato,
no Cassazione
ricorso PM

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La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal pm del Tribunale di Cosenza contro la decisione del gip di non accogliere la proposta di patteggiamento nei confronti del vescovo di San Marco Argentano, mons. Leonardo Bonanno, indagato per violazione del segreto istruttorio nell'ambito di un'inchiesta sulla sparizione di arredi e mobili sacri dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni in Fiore che vede come principale indagato il parroco don Franco Spadafora. Lo rende noto la Diocesi in un comunicato. "Bisogna innanzitutto chiarire - è scritto nella nota - che la vicenda riguardante mons. Bonanno non ha nulla a che vedere con la vicenda riguardante l'alienazione di beni ecclesiastici da parte di un sacerdote della Diocesi di Cosenza-Bisignano. Per questo fatto l'Ufficio di Procura ha proceduto separatamente ed il processo è stato definito con il rito dell'applicazione della pena su richiesta delle parti. Per la posizione di mons. Bonanno, viceversa, per il quale in precedenza era stata avanzata da un altro legale richiesta di patteggiamento, sarà bene ricordare che lo stesso Presule, a mezzo dei propri legali Nunzio Raimondi e Mario Rosa, al fine di favorire il pieno diritto di difesa, aveva avanzato nei tempi di legge istanza di revoca del già proposto patteggiamento perché lo stesso risultava richiesto ancor prima che l'interessato venisse a conoscenza dell'intero compendio degli atti di indagine. Dopo la lettura di tali atti da parte dei propri legali, il Presule ha ritenuto che l'azione penale era stata esercitata dall'Ufficio di Procura nei propri confronti in maniera azzardata, che l'accusa fosse fattualmente e giuridicamente infondata, e sopratutto che l'attività investigativa compiuta, attraverso la quale la Procura era pervenuto alle prefate determinazioni, presentasse sorprendenti aspetti di particolarità tali da meritare un doveroso ed ampio approfondimento in ogni appropriata sede anche oltre lo stesso procedimento penale in questione. Ma il pm Francesco Cozzolino, inspiegabilmente, non aveva inteso acconsentire a tale istanza di revoca: pertanto, per il Presule, iniziava l'iter con l'udienza dinanzi al Gip di Cosenza. Il giudice, Enrico Di Dedda, decideva però di rigettare la richiesta di patteggiamento, in quanto il pm aveva inspiegabilmente omesso di produrre con la stessa tutti gli atti di indagine compiuti, disponendo la restituzione degli atti allo stesso pm, che a tal punto ricorreva per Cassazione avverso il provvedimento di rigetto della richiesta di patteggiamento ritenendo tale provvedimento viziato da abnormità. A questo punto Nunzio Raimondi presentava una circostanziata memoria in Cassazione, adesiva alla requisitoria scritta dal procuratore generale presso la Corte, con la quale lo stesso requirente aveva richiesto la dichiarazione di inammissibilità del ricorso del pm". "La notizia - conclude la nota - è stata accolta in Diocesi con grande partecipata soddisfazione da clero e fedeli e dai tanti che in Regione e fuori conoscono la rettitudine morale di mons. Bonanno, assicurando al presule grande stima verso la Sua persona e fiducia nel Suo operato". (ANSA)

 

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