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Lettera aperta dei sorveglianti idraulici al governo

Siamo a ridosso della stagione invernale è si rende urgente attivare una seria, concreta tutela del suolo e di salvaguardia della pubblica incolumità in un territorio altamente fragile quale la Calabria,  prima che accadano nuovi lutti e nuove disgrazie. E’ questo l’appello rivolto dai 300 lavoratori del servizio di sorveglianza idraulica della Calabria al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, ai ministri competenti, al capo della Protezione Civile. Una lettera in cui si segnalano non le gravi carenze nel servizio nonostante il territorio calabrese sia ad alto rischio idrogeologico nonché il disagio economico degli addetti. In tutte le altre regioni d’Italia il servizio, e quindi il monitoraggio di frane e dei fiumi, considerato di pubblica utilità, viene effettuato 24 ore su 24, in Calabria è garantito solo per tre giorni a settimana. Il personale a differenza delle altre regioni non è dotato dei dispositivi necessari per segnalare tempestivamente i rischi. Percepisce 700 euro mensili e si deve recare al lavoro con mezzi propri. Come se non bastasse gli stipendi vengono erogati con forti ritardi. Una situazione insostenibile per i lavoratori, di grande rischio per la Calabria considerato che questa terra ha pagato costi altissime in termini di vite umane e disastri ambientali alla carente sorveglianza del territorio. Qualcuno raccoglierà l’appello oppure bisognerà attendere nuove tragedie?

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