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"Il santuario di Polsi
non è covo delle cosche"

"Questa ricorrenza è preparata sempre con i soliti ricordi: 'ndrangheta, il santuario della mafia, i raduni. Come se Polsi, e il santuario, fosse solo trattabile in termini di mafia 'sì mafia 'no'". A dirlo è l'arcivescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in vista del tradizionale appuntamento con la festa della Madonna di Polsi, in programma il primo e 2 settembre prossimo e che, secondo diverse inchieste della magistratura, in passato è stata anche l'occasione per esponenti della 'ndrangheta di ritrovarsi per decidere affari e strategie delle cosche.

''Si viene presi dal pensiero - ha aggiunto mons. Fiorini Morosini - che lì ci sia un covo, sede della regia della ndrangheta o della mafia. Addirittura alcuni pellegrini mi chiedevano quale fosse il locale all'interno del santuario dove la mafia facesse le proprie riunioni: il santuario sicuramente non è il luogo dove avvengono queste riunioni".

Quest'anno, per la prima volta, come anticipato da Calabria Ora, la festa sarà trasmessa in diretta web streaming dalla società Cufari.it, in collaborazione con la diocesi di Locri-Gerace.
"La devozione popolare - ha aggiunto il vescovo - non è superstizione, né tantomeno manifestazione di una cultura superata e arretrata".

Nel corso della diretta streaming, è scritto in una nota, vi saranno "non solo immagini della processione della statua della Vergine Maria, che raduna centinaia di fedeli provenienti da ogni parte della Calabria e delle regioni limitrofe, ma anche dirette delle liturgie dal Santuario e interviste ai rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche e politiche presenti sul luogo".
"Con questa ripresa - ha spiegato mons. Fiorini Morosini - vogliamo sottolineare l'aspetto più vero della festa di Polsi, una dimensione religiosa profonda. Anche se vi è una coloritura di devozione popolare, ciò non intacca la genuinità del sentimento religioso".

"Polsi non è 'ndrangheta''. Alla vigilia delle celebrazioni della festa della Madonna di Polsi, è scritto in una nota, "Calabria on web", il magazine del Consiglio regionale della Calabria di notizie e commenti (www.calabriaonweb.it) pubblica una video - intervista al vescovo di Locri - Gerace mons. Giuseppe Fiorini Morosini e il suo appello ai fedeli e ai calabresi.
"Calabria on web" seguirà in streaming i momenti salienti delle celebrazioni della Madonna di Polsi a partire dal pomeriggio di giorno 1 settembre e fino alla loro conclusione, con un servizio curato da Riccardo Tripepi.
Spazzare via dall'immaginario collettivo l'abbinamento tra Polsi e la 'ndrangheta. A pochi giorni dalla festa della Madonna, che richiamera' migliaia di fedeli al santuario posto in cima all'Aspromonte, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, lancia un accorato appello per rendere giustizia a quella che definisce una celebrazione che ha "una dimensione religiosa profonda e autenticamente popolare". Il vescovo Morosini, innovatore a tutto tondo, ha scelto internet e "Calabria on web" per spiegare il senso più vero di una festa antica che richiama sulla montagna più discussa, impervia e bella della regione una folla di pellegrini che, fin dal mese di giugno, affrontano tantissimi sacrifici per offrire il proprio omaggio e la propria testimonianza di fede alla Madonna. Il vescovo ripercorre le origini della festa, i vari momenti delle celebrazioni che avranno inizio il prossimo 1 e 2 settembre con la festa della Madonna e si concluderanno giorno 14 con la giornata dedicata alla Croce, il momento più alto e sentito dalla gente.
Da due anni a questa parte, proprio Morosini ha chiesto che la Croce, nel giorno della sua celebrazione, sia affidata ai ragazzi di San Luca. "Spesso - spiega il vescovo di Locri - Gerace in un passaggio dell'intervista rilasciata al magazine del Consiglio regionale - il Paese di San Luca è presentato come paese del male. E allora ho chiesto ai suoi giovani di prendere la croce di Polsi che è segno di vita e di rinnovamento e portarla come espressione della loro fede e della volontà di riscatto".
Un gesto altamente simbolico che è segno dello spirito con il quale la festa sarà vissuta e che Morosini riprenderà con forza anche nel discorso ai fedeli durante la celebrazione eucaristica del mattino del 2 settembre. L'obiettivo è far restare fuori dal santuario tutto ciò che non ha nulla a che vedere con la fede autentica dei pellegrini e che spesso ha offuscato il senso delle celebrazioni di Polsi. In tanti, ancora oggi, arrivando a Polsi vogliono sapere quali siano i locali del santuario dedicati alle riunioni della 'ndrangheta per le quali la festa e' stata tristemente conosciuta negli scorsi anni. Un accostamento blasfemo e inaccettabile contro il quale il vescovo di Locri-Gerace si scaglia con forza chiedendo il sostegno dei fedeli e dei calabresi tutti.
"Contribuite anche voi - dice ancora Morosini - a ridare al santuario di Polsi la dimensione di luogo di fede e a far dimenticare l'indegno abbinamento tra Polsi e 'ndrangheta. La tradizione e la fede di Polsi hanno centinaia d'anni, molti di più di quelli della 'ndrangheta ed e' questa fede dobbiamo incontrare e raccontare. Polsi non è ndrangheta, ma fede semplice e popolare".

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