Sanità in Calabria, Spirlì: "Basta commissariamento. Strada? Dovranno passare sul mio corpo"
«Una grande delusione e un grande dolore perché la giustificazione offende doppiamente la nostra regione perché sembra che le nostre città non siano gradite alla sua famiglia». Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, in diretta Facebook, dopo la rinuncia dell’incarico da parte di Eugenio Gaudio, nominato ieri commissario alla sanità calabrese. «È una grande delusione e un momento di particolare imbarazzo perchè l’unica cosa che mi sento di dire è che deve finire questo commissariamento della sanità calabrese da parte del governo e soprattutto si può dimettere il ministro Speranza», aggiunge Spirlì. «Non è un pomeriggio di buone notizie. Lo abbiamo detto da settimane - ha sottolineato - che siamo disponibili, in nome di tutti i calabresi, a una gestione unitaria, condivisa con il governo, Regione Calabria e Governo, perché finalmente la sanità calabrese torni a essere amministrata dai calabresi. Sembra che la sordità che in queste ore stanno dimostrando a Roma stia producendo una beffa oltre al danno e questo non lo meritiamo». «Ho incontrato più volte Speranza - ha aggiunto - ed è una persona gradevolissima ma sta dimostrando un’imbarazzante incapacità di gestire la cosiddetta 'operazione Calabria'. Non lo meritano tutti quelli che sono a rischio assalto Covid. Non abbiamo ancora attivo un piano di contrasto al virus». «Non siamo una regione del terzo mondo o di 'ndranghetisti e malviventi. Siamo stanchi, arrabbiati e delusi ma non siamo 'ndranghetisti. Basta con questo pregiudizio, ne abbiamo scatole piene Posso capire che in passato ci siano stati mala politici che non hanno fatto il loro dovere, che non hanno risposto alle aspettative dei calabresi ma non posso capire come il Governo si ostini a tenere vivo un commissariamento dopo che è di dominio pubblico il fallimento dei commissari». «Si dice che le aziende non hanno presentato i bilanci, anni di commissariamento, che gli ultimi 18 mesi sono stati fallimentari, commissariamento. Tutte le aziende sono commissariate, dalla Regione non passa una carta e non è uno scaricabarile. Stiamo tamponando ma non abbiamo la possibilità di aprire o chiedere ospedali dismessi. Non è possibile che tutti e tre se ne siano andati per motivi futili. Probabilmente se ne sono andati per altri motivi che forse il ministro dovrebbe sapere. Gli anni di commissariamento sono stati peggiori dei peggiori anni della malapolitica precedenti». «Ho chiamato nel pomeriggio il Governo e attendo di essere richiamato. Al Governo chiedo una persona onesta, pulita, che abbia gli attributi e venga in Calabria e assieme a noi, e non contro di noi, ci consegni una sanità vera. E non parlo solo di covid, ma di tumori, diabete, cardiopatici, di tutti coloro che combattono le malattie più sciagurate». «Non possiamo - ha aggiunto - continuare a pagare lo scotto di anni maledetti precedenti di malapolitica. Non siamo colpevoli noi. Noi non vogliamo nomi vogliamo che i reparti, la medicina di base, il tracciamento funzioni, che ci sia l'assistenza domiciliare. Piano covid si sarebbe dovuta occupare anche di questo. Adesso - è stato l’appello di Spirlì ai calabresi - scrivete basta sui vostri profili, li devono vedere». Spirì è poi intervenuto a La Zanzara su Radio 24: «Qui non c'è da fare nomine, c'è da gestire la sanità. Basta ispettori governativi ne abbiamo le scatole piene. Non arriva la nomina di Strada perché dovranno passare sul mio corpo per fare le nomine, non abbiamo più bisogno di commissari. Se arriva Strada - ha poi aggiunto - ne prendiamo atto, dopo il tris facciamo poker». «La Calabria - ha poi detto Spirlì - non è l’Afghanistan, è una regione dell’Italia e come tutte le altre regioni ha il diritto di governarsi come si governano tutte le altre. Non abbiamo bisogno di missionari di nessun tipo». Quando alla scelta di Gaudio ha concluso, «problemi suoi, Catanzaro è una città bella, ci vivono persone eleganti, civili, e oneste». «Sto leggendo la prima di 18 pagine di un curriculum vitae di un dottore calabrese - ha poi detto Spirlì -. Si chiama Rino Mancini, tra l’altro è direttore del Centro Regionale Trapianti, del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Ha un curriculum ricco di specializzazioni, anche un corso di alta formazione per la dirigenza sanitaria». «Mi chiedo perché non potrebbe essere il dottor Rino Mancini il commissario ad acta alla sanità della Calabria? È un grande calabrese, apprezzato in tutto il mondo. Perché dovremmo perderci questa possibilità? Rino Mancini è la buona sanità. Io al posto vostro farei una petizione, una raccolta firme per lui. Io farò il mio, voi fate il vostro», ha detto Spirlì rivolgendosi ai calabresi.