Un tesoro nascosto... o quasi. Sebbene sia a due passi dal mare, a due passi dalla SS 106, la Villa Romana di Casignana (RC) è ancora troppo poco valorizzata e conosciuta. Un luogo magico posto nella splendida e selvaggia Costa dei Gelsomini a cavallo tra Bovalino e Bianco. Un luogo in cui la storia si mischia con la leggenda, un luogo in cui si respira cultura in ogni angolo, in ogni parte dei 15 ettari sulla quale si estende. Insieme all'Ing. Antonio Crinò ed al vicesindaco Franco Crinò, scopriamo questo tesoro di inestimabile valore. Scoperta nel 1963, la villa di Casignana rappresenta un'importante testimonianza della ricchezza stilistica, architettonica e della raffinatezza artistica degli edifici nobiliari di epoca ellenistica. I piani pavimentali mosaicati, che rimandano stilisticamente a collegamenti con aree dell’Africa orientale quali l’odierna Tunisia e la Tripolitania, rappresentano un unicum sul territorio calabrese. La Villa di Casignana è stata costruita presumibilmente nel I sec. d.C. in una zona già frequentata in età greca e ha raggiunto il suo massimo splendore nel IV sec. d.C. Vista la ricchezza dei materiali, si ritiene che la Villa possa essere appartenuta ad una famiglia patrizia molto importante probabilmente legata all’attività vinicola. Questa ipotesi si basa anche sui molti frammenti di anfore romane ritrovate e alcune raffigurazioni presenti nei mosaici. Il complesso termale della Villa rispecchia la classica architettura romana dove è presente un ambiente riscaldato (il calidarium) e un ambiente con temperatura più moderata (il tepidarium) che serviva a preparare il fisico all'ambiente più freddo (il frigidario). Tutti gli ambienti sono decorati con mosaici: quelli più antichi utilizzano tessere bianche e verdi mentre, quelli più recenti sono policromi e impiegano tessere più piccole. La ricchezza della villa è data anche da un ambiente rettangolare e dall’utilizzo di intarsi marmorei. Anche le pareti erano rivestite con marmo proveniente dalle lontane regioni dell’impero romano: Asia e Africa. La scoperta della villa risale al 1963, quando gli scavi per la posa di un acquedotto riportarono casualmente alla luce parte della struttura e dei pavimenti a mosaico. Negli anni successivi la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ha avviato l’esplorazione sistemica del nucleo termale della villa.