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Omicidio di Marcelo Pecci in Colombia, Gratteri: "Magistrati rischiano per pochi soldi"

"Io sono stato di casa a Bogotà, Cartagena e Santa Marta - ha detto Gratteri - so questi grandi magistrati, che mettono a repentaglio la loro vita ogni giorno, che lavoro fanno. E per pochi soldi".

«Purtroppo non è una novità, quando ero in Colombia in un mese e mezzo hanno ucciso 7 magistrati e poi hanno dovuto costruire un muro spesso un metro e mezzo, come recinto al tribunale di Bogotà, dove negli uffici fuori della porta non c'è scritto il nome, ma solo un numero». Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro commentando l’omicidio di Marcelo Pecci, magistrato del Paraguay, ma di origine italiana, che si batteva contro i narcos e che è stato ucciso ieri su una spiaggia della Colombia.

«Gli interrogatori vengono fatti attraverso un vetro-specchio, che fa vedere solo da un lato, - ha aggiunto Gratteri - e viene cambiato anche il timbro di voce di chi fa le domande. Io sono stato di casa a Bogotà, Cartagena e Santa Marta e so questi grandi magistrati, che mettono a repentaglio la loro vita ogni giorno, che lavoro fanno. E per pochi soldi».

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