Roccaforte del Greco è un paesino di appena 400 anime. Arroccato sull’Aspromonte nel cuore della Grecanica (dal vecchio borgo si può scorgere Roghudi Vecchio e la strada che porta verso Bova), il comune guidato dal sindaco Domenico Penna è stato il più colpito dagli incendi che hanno devastato l’Aspromonte.
Non ci sono state vittime, ma le fiamme partite da Bagaladi hanno distrutto circa 3mila ettari di boschi solo nel territorio di Roccaforte. I boschi che guardavano da un lato verso il mare e dall’altro verso il cuore della montagna e la diga del Menta, non ci sono più.
Un vero e proprio scenario apocalittico ci accompagna nel nostro viaggio verso Frana Colella, geosito lunare patrimonio Unesco anch’esso colpito dalle fiamme. La natura a Roccaforte è morta, gli alberi non ci sono più ed i tronchi sono coperti dalla cenere. E’ una macchia nera impressionante, quella che probabilmente documenterà anche un mito della fotografia come Steve McCurry per National Geographic.
A poco più di due settimane si prova a fare la conta dei danni: aziende distrutte, gli animali che sono stati salvati non hanno da mangiare ed i pastori sono letteralmente in ginocchio. Già, perché qui nessuno si è fatto vivo, né per fornire un sostegno morale, ne tantomeno economico.
Roccaforte si è salvata da sola, senza l’aiuto di nessuno. Ma ora incombono due emergenze da affrontare subito: la prima è quella dei sostegni alle aziende, la seconda è quella di mettere in sicurezza il territorio. Le prime piogge potrebbero causare danni incalcolabili con terra, detriti, massi e tronchi che viaggerebbero incontrollati creando seri problemi per le comunità a valle.
Tra i simboli della devastazione la casa dell’area pic nic di Zumbello letteralmente distrutta dalle fiamme. Li ora giacciono solo macerie, ricordi di com’era in tempo quell’area e la tenerezza di quattro, cinque mucche presenti lì con il volto e la pelle anneriti dalla cenere.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia