Le sirene dei mezzi della polizia rompono il silenzio imposto dalla “clausura”. Lo scenario è quello dei vecchi scontri di piazza, con manifestanti che tentano di occupare la sede stradale a dispetto di poliziotti e carabinieri che presidiano le aree nevralgiche della maggiore città della Calabria settentrionale. Le manifestazioni di protesta contro il lockdown imposto dall’ultimo Dpcm in materia di contenimento del contagio da coronavirus e contro le condizioni del sistema sanitario nella regione si sono svolte, quasi contestualmente, in diversi centri della Calabria che da venerdì scorso è «zona rossa».
Centinaia di persone hanno partecipato nel pomeriggio, a Catanzaro, ad una manifestazione indetta spontaneamente. Artigiani, commercianti e ristoratori hanno manifestato davanti alla Prefettura del capoluogo esponendo cartelli e striscioni contro la politica e sollecitando misure per sopperire alla mancanza di incassi. Tra coloro che sono scesi in strada anche Simona, una commerciante che ha chiuso il proprio negozio di intimo dopo il lockdown del marzo scorso.
«Gli aiuti - spiega - sono stati minimi e avendo degli arretrati ho dovuto chiudere. Non me la sono sentita di chiedere un prestito a causa dell'incertezza sul futuro». Accanto a lei la titolare di un ristorante pizzeria su Corso Mazzini, la strada principale del centro di Catanzaro. Dopo i primi giorni di zona rossa ha deciso di chiudere in attesa di vedere cosa succede.
«Gli incassi - dice Santina - erano esigui e non sufficienti per fare fronte alle spese. Nei giorni di apertura ho incassato un centinaio di euro al giorno contro una media di 7-800. Così non si può andare avanti».
Nel corso della manifestazione - cui hanno partecipato anche gruppetti di estrema destra ed estrema sinistra - pesanti critiche sono state lanciate al mondo politico per lo stato della sanità in Calabria e per le ultime vicende, con l'avvicendamento del commissario regionale al settore Saverio Cotticelli con Giuseppe Zuccatelli. La manifestazione è stata seguita dalle forze dell'ordine ma si è svolta in maniera tranquilla e senza incidenti.
Alcune centinaia di manifestanti hanno tentato di bloccare, ieri sera, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Cosenza Sud. I dimostranti si sono radunati davanti alla rotonda che consente l’accesso allo svincolo e hanno cercato di forzare il blocco attuato dalle forze di polizia. Sono stati innalzati striscioni a favore della sanità pubblica e urlati slogan contro la classe politica calabrese.
«Vogliamo una sanità che ci faccia vivere tranquilli» hanno ripetuto i contestatori «perchè i calabresi ci troviamo in una situazione determinata dal blocco del turover e dalla chiusura di tanti ospedali dei quali invochiamo la riapertura». Davanti al tentativo di bloccare l’autostrada, le forze dell’ordine hanno risposto con una carica e un manifestante è rimasto ferito.
Tornata la calma, i contestatori si sono spostati e, dopo aver attraversato viale della Repubblica, hanno raggiunto la sede dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Qui hanno intonato altri cori ed esposto striscioni contro il malaffare che - a loro avviso - ha caratterizzato la gestione del comparto della sanità nella regione. Rigidissime le misure di sicurezza, assicurate dal personale in servizio.
La giornata di ieri ha fatto registrare un ulteriore incremento del numero dei contagiati. A Cosenza, in attesa di essere ricoverati nei reparti Covid, sono stati ospitati una trentina di pazienti soccorsin e trasportati nel nosocomio dalle ambulanze del 118. La pandemia ha investito anche il palazzo di giustizia che oggi rimarrà chiuso (8 i contagiati tra cui un magistrato) per essere sottoposto a sanificazione. I ricoverati al momento sono 101 mentre 1716 persone (di cui 273 affette da sintomi) son in isolamento domiciliare.
Video e foto di Alessandro Tarantino
Foto di Franco Arena
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