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Per Raffaele Renda c'è sempre "Il sole alle finestre": parla il cantante lametino di Amici 20

Questione di luci e "Amici". Stasera la finalissima dell'edizione numero 20, la stessa di cui Raffaele Renda, calabrese di Lamezia Terme, cantante vero, è stato protagonista. Scelto (e sostenuto) da Arisa per le sue qualità vocali, nella scuola più famosa d'Italia ha avuto il suo «trampolino, l'occasione di entrare nel mondo che vorrei abitare». Appena scoperto che sarebbe stato un allievo della classe, lo ha comunicato urbi et orbi a mezzo social. «Si realizza il sogno di una vita"», ha scritto in un post. E, ora che questo desiderio si è avverato, ce n’è un altro. «Spero di ritornare al Festival (Raffaele c’è già stato, a 16 anni, a Sanremo Young e poi all’Ariston, ospite di una serata), è un pallino che ho da sempre, magari presentarmi da Big… magari!».
Servirebbe il pezzo giusto, o anche no. «Nemmeno credo esista. Non lo scriverei apposta per, non lo confezionerei per l'occasione. Penso che le cose nascano e scorrano, magari in quella direzione... perché no?».

Ma intanto c’è un singolo che ruota per le radio, s’intitola “Il sole alle finestre”. È una connotazione, «uno sfogo, un inno di speranza dopo lo smarrimento, uno di quelli a caduta libera». Parla proprio di metabolizzare il buio, di digerirlo in nome della luce che verrà, anche quando non si vede, pure quando il tunnel è troppo lungo. Di forze incedibili e incredibili. L’autore è lui, testo e musica, «anche se dietro c'è un team di lavoro e tanta, tutta la collaborazione possibile». La stessa strada, quella del cantautorato, che percorrerà il resto del progetto. Un ep che spinge per uscire e la scrittura, la chiave di questo «anno scolastico», quella che i cantanti hanno usato per tenere in piedi la volta, proponendo cover intrise di barre, puntata dopo puntata.

Pensi che questo “format” abbia penalizzato te che sei un interprete puro?
«Ho cercato di adeguarmi. Ma penso che le cover vadano cantate e basta, senza orpelli. Già l'interpretazione, il solo canto è personalità».

“Amici è un “lancio”. Ma... c'è un rovescio della medaglia? Una controindicazione a tanta esposizione?
«C’è che sono stato tanto, tanto criticato, qualche volta inutilmente. Capisco le regole del gioco, il sistema squadre, la gara che prevale, la logica della vittoria e del mezzo televisivo. Non so se possa influenzare i telespettatori, chi mi ascolta, quello che so è che il pubblico ha capacità di discernimento, di andare oltre a scoprire la mia arte».

Infatti “Il sole alle finestre” ha già superato il milione di visualizzazioni su Youtube…
«Ed è un grande traguardo, impagabile come la bellezza del percepire chi si identifica nella mia musica, l'empatia tra loro e me, tra storie e storia».

Sei tornato in Calabria?
«Sì, subito ma per poco. Dovrò ripartire per fare, ma intanto dovevo tornare a trovare. Dopo sei mesi di clausura mi pressava il bisogno di rivedere i miei, di risentire il mare».

E poi?
«Prima il disco, poi il resto. Gli incontri, i palchi, almeno questo mi auguro. Voglio una estate viva e live. Che parta dalla mia Calabria e arrivi a tutta Italia».

Mancano poche ore alla finale di Amici, chi vince?
«Spero vinca Giulia e l'ho sempre detto, è una ballerina assurda, merita questo e più. Vinca il migliore, si dice... e per me è lei».

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