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Chi è Daniele Lavia. Da Rossano con furore, fino alla vittoria del mondiale di pallavolo

Nel 1998 non era ancora nato... Nell'anno in cui l'Itavolley della "generazione dei fenomeni" firmava la leggendaria impresa di vincere il terzo mondiale consecutivo, Daniele Lavia non era ancora nei pensieri di mamma e papà.

Da Rossano con furore, ecco il predestinato. Daniele nasce a Cariati il 4 novembre 1999 e cresce a pane e pallavolo sulle orme dei fratelli Antonio e Lorenzo. Fin da piccolo si intravede in questo ragazzone timido ed introverso un potenziale inestimabile. Tecnica sopraffina, eleganza e precisione in attacco e in ricezione. Nelle palestre del volley giovanile calabrese gli osservatori ci credono: "Daniele farà strada, ci farà gioire nei prossimi anni".

Ma forse nessuno pensava che Daniele Lavia potesse recitare il ruolo di autentico trascinatore dell'Italia di Fefè De Giorgi, un'Italia giovane e sbarazzina, un'Italia sapientemente guidata dal coach salentino capace di inanellare, partita dopo partita, risultati straordinari. Che questa Italia fosse capace di tutto si era già capito agli Europei del 2021. Dopo l'ennesima amarezza olimpica e con una lunga generazione di grandi campioni anagraficamente e fisicamente al capolinea (Juantorena, Zaytsev, Colaci), la giovane Italia dei Lavia e dei Michieletto vince il campionato Europeo, un oro atteso da quella memorabile finale del 2005 a Roma contro la Russia.

Da Euro 2021 al Mondiale 2022 di Polonia e Slovenia. L'Italia parte a fari spenti, 12 esordienti su 14 (solo il capitano Giannelli ed il vice Anzani avevano partecipato ad un Mondiale) e un manipolo di giovani alle prime armi. La coppia di martelli, composta appunto da Lavia e da Michieletto (classe 2001) nel 1998 non era ancora nata. Questo dato ci piace rimarcarlo perchè il più "anziano" di questa Italvolley, capace di vincere il Mondiale nel catino di Katowice contro i fortissimi padroni di casa della Polonia, è Anzani, centrale classe 1992. Ciò vuol dire che davanti coach De Giorgi insieme a questo straordinario gruppo di ragazzi ha davanti un ciclo importante con la mente già proiettata agli Europei del prossimo anno che si disputeranno in Italia e, soprattutto, alle Olimpiadi di Parigi 2024 (all'Italia del volley manca la medaglia d'oro come ciliegina sulla torta).

Una semifinale ed una finale stratosferiche: 34 punti in 2 partite. Ma nessun premio individuale

Terzo miglior attaccante del Mondiale dietro a due grandi interpreti del ruolo come Leal e Cebulj. 103 punti realizzati, ma, soprattutto, una semifinale ed una finale mondiale giocati su livelli stratosferici. Colpi da manuale: da posto 4, in pipe, di potenza e di astuzia. Nel repertorio di Daniele Lavia, da Rossano con furore, c'è tutto. Fa venire il mal di testa agli avversari, realizza 36 punti nelle due gare decisive contro Slovenia e Polonia; nella finale di Katowice è il top scorer con 21 punti a referto. Meriterebbe almeno un premio, meriterebbe il premio di MVP del Mondiale. Ma non arriva. E, incredibilmente, non arriva neanche il premio di miglior schiacciatore (riservato non ad uno, ma a due giocatori): se lo aggiudicano il brasiliano Leal e il polacco Semeniuk. Ma il vincitore morale di questa speciale classifica è lui, proprio lui: questo ragazzo capace di guidare l'Italia con grinta ed energia, e, soprattutto, con la tecnica. Quella tecnica troppo spesso messa da parte negli ultimi anni per far spazio ai centimetri, ai muscoli e alle altezze. E invece Fefè De Giorgi (lui c'era nel 1998 nell'Italia di Velasco, insieme ad un altro grande calabrese, Simone Rosalba), ha dimostrato che si può vincere con la tecnica dei Lavia, dei Pinali (decisivo lo scorso anno agli Europei) e che si può fare bene con i giovani. Giannelli classe 1996, Romanò classe 1996, Galassi classe 1997, Anzani classe 1997, Lavia classe 1999, Michieletto classe 2001, Balaso classe 1995.

Daniele Lavia, un predestinato

A 14 anni Daniele Lavia esordisce in Serie A2 con la Caffè Aiello Corigliano e realizza il suo primo punto in Serie A. Da qui parte l'ascesa di questo ragazzo umile e grintoso capace di bruciare le tappe. A livello di club e di nazionale a livello giovanile, Daniele conquista trofei su trofei: gli anni di Castellana Grotte dal 2016 al 2018 sono una palestra importante in A2, poi nel 2018 arriva a Ravenna e inizia a giocare da titolare in SuperLega. Nelle ultime due stagioni a livello di club veste la casacca dei migliori club al mondo: nel 2020-21 a Modena e dallo scorso anno a Trento.  Tra il 2017 e il 2020 fa incetta di premi individuali, ecco i principali. Premio Badiali 2020 (Miglior Under 23 di SuperLega); Premio Badiali 2018 (Miglior Under 23 di Serie A2); Miglior giocatore Junior League (2018); Miglior schiacciatore del Trofeo delle Regioni (2015). Medaglia d'Oro EYOF Under 19 (2017); Medaglia d'Argento Europeo Under 19 (2017); Medaglia d'Argento Mondiale Under 21 (2019); Miglior schiacciatore Mondiale Under 21 (2019). Stabilmente nella nazionale maggiore dal 2019 dove coach Blengini lo lancia prima nella Volleyball Nations League, poi lo convoca per le qualificazioni olimpiche a Tokyo 2020 e poi agli Europei. Da lì parte l'asce in azzurro culminata con questo Mondiale giocato ad altissimi livelli che lo ha consacrato, premi individuali a parte, il miglior schiacciatore del torneo.

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