Crotone, Cosenza e Reggina: soffre la Calabria del calcio, tra tecnici sostituiti e... pericolanti
C’è un’altra Calabria che arranca ed è quella del calcio. Le tre massime rappresentanti regionali – Crotone in A, Cosenza e Reggina in B – finora hanno tradito le aspettative nei rispettivi campionati e devono… guardarsi le spalle. Due su tre hanno già cambiato il “manico” (il Crotone si è affidato a Serse Cosmi dopo l’esonero di stroppa mentre la Reggina, in precedenza, era passata da Mimmo Toscano a Marco Baroni) mentre sulla terza panchina resiste stoicamente il cosentino Roberto Occhiuzzi. Cosa sta succedendo al calcio calabrese in questa tribolata stagione? Ognuno dei tre casi merita un’analisi a parte.
Crotone e il primo ruggito di Serse
Di tanto in tanto, tra le mura amiche, i pitagorici riescono a piazzare una zampata vincente. Troppo di rado, come testimonia l’ultimo posto in classifica nel massimo campionato. Cosmi, nonostante tutto, ha vinto il suo primo scontro salvezza contro il Torino, portandosi a cinque punti dai granata e a meno uno dalla penultima della classe Parma, ma la strada sembra decisamente in salita. Una volta tanto, la gestione del mercato targata Ursino – una garanzia per il Crotone – non sembra essere stata oculata come in passato e i puntelli scelti per rinforzare il gruppo che ha centrato la promozione in B nella passata stagione hanno fatto cilecca. Appigli? Intanto il successo contro il Toro sembra un buon viatico, ma nel prossimo match i crotonesi se la vedranno con la Lazio, fuori casa. La strada appare ancora in salita.
Reggina e una cura che funziona… a sprazzi
L’avvento del nuovo allenatore in casa amaranto, se non altro, ha consentito ai calabresi di cambiare il tiro nel campionato di serie B. La cura Baroni, però, sembra essere appena sufficiente per restare sopra la linea di galleggiamento. E quando la Reggina sembrava lanciata verso altri obiettivi (playoff, traguardo mai troppo nascosto a inizio stagione con l’arrivo di un giocatore come Menez), c’è stata la brusca frenata in casa contro l’Empoli. Sia chiaro, il ruolino di marcia degli amaranto sarà più che sufficiente per non rientrare nella lotta per non retrocedere, ma pensare di iscriversi alla corsa promozione sembra utopistico.
Cosenza, un crollo annunciato
Se il Crotone piange, il Cosenza non ride di certo. Per il terzo anno consecutivo su tre annate cadette, i rossoblù sono costretti a inseguire un posto al sole. Tradotto: zona salvezza. E così, Occhiuzzi, “miracoloso” nella gestione della passata stagione, si trova impantanato nella stessa pozzanghera del suo predecessore Braglia. Anche in questa stagione, i silani sono stati costretti a un mercato fatto di occasioni e giocatori in cerca di riscatto. Sul valore assoluto dei vari Mbakogu, Trotta e Tremolada – giunti in riva al Crati da gennaio – non ci piove. Sul fatto che non giocassero con continuità da tempo, nemmeno. E il Cosenza, quart’ultimo della classe e con una sola vittoria all’attivo tra le mura amiche, non può permettersi di aspettare nessuno. Così come il direttore sportivo Trinchera, in scadenza di contratto e ormai proiettato verso altri lidi a prescindere da come andrà a concludersi la stagione dei silani. Un film già visto, dalle parti del Crati.